“Ospedali senza infermieri” lettera di Domenico Cirasole Movimento “La nuova resistenza 25 aprile 2011”

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In questo caldo mese di luglio, si legge di reparti accorpati, attività ambulatoriale ridotta, ambulanze con soli soccorritori, attese anni luce nei pronto soccorso, turni massacranti nelle rianimazioni, sale operatorie chiuse, attese per visite specialistiche di mesi.

Tutto a causa della carenza di personale infermieristico; dicono che non vi
sono infermieri disposti a lavorare!!
Ma la verità è un’altra, e neanche tanto nascosta.

In Puglia, ed in particolar modo nella provincia di Bari (Asl Bari , Azienda Policlinico-Giovanni XXIII ed Ospedale Oncologico) non è stato rinnovato il contratto a quasi 1000 infermieri, nel corso del 2010.
Questo personale precario da 36 mesi, orami a casa, era la struttura ossea del
sistema Sanità.
Infatti mancando concorsi da più di 15 anni, le Asl hanno assunto solo personale a tempo determinato, lo stesso che ora è l’unico che è costretto a curare e fasciare le ustioni di un fuoco che ha bruciato milioni di euro nelle Asl.
La politica di non prorogare i contratti degli storici infermieri precari ha una logica, ovvero evitare di dover applicare la normativa europea (principio forte)che sanziona le aziende per lo sfruttamento dei precari e impone la trasformazione del rapporto di lavoro di detto personale precario, dopo 36 mesi e 21 giorni.

Di concorsi negli ultimi mesi neanche l’ombra, a causa del blocco del turn-over previsto nel piano di riordino ospedaliero e di rientro nel patto di stabilità, ma il timore di sanzioni per mala-gestio impone, i riciclati e non privi di peccato, direttori generali di lasciare gli stessi infermieri a versare olio sulle proprie ustioni per un incendio da loro non appiccato, ma che anzi per anni hanno cercato di delimitare accettando incarichi trimestrali, rinnovati per 36 mesi.

Che la Casta verde protegga i piromani è palese, ma che i nuovi direttori generali delle Asl in accordo con sindacati schiaffeggi anche gli ustionati infermieri divulgando notizie imprecise è la beffa che si aggiunge al danno.
Gli stessi direttori affermano “di aver affrontato la prima emergenza infermieri prolungando tutti i contratti a tempo determinato, compresi quelli destinati alla sostituzione delle ferie”…….la carenza del personale è tale che, si legge nella delibera “risulta inevitabile il ricorso alla proroga dei contratti a tempo determinato, pur in presenza delle disposizioni in materia di riduzione della spesa per assunzioni a termine che, nel caso specifico, non possono essere perseguite pena la compromissione dei livelli essenziali di assistenza, come peraltro rappresentato all’assessorato alla Salute”.

Tutto falso, in realtà lentamente si è consumata l’agonia di quasi 1000 infermieri ustionati dal sistema che sfrutta professionisti precari di 36 mesi in 36 mesi da impiegare negli ospedali.

Detti infermieri avrebbero diritto alla trasformazione del contratto precario in uno stabile e indeterminato, anche senza attivare la costosa macchina dei concorsi (principio debole), indispensabili per l’accesso nella Pubblica Amministrazione, che però soccombe dinnanzi al divieto di sfruttamento di lavoro precario imposto dalla direttiva Europea (principio forte).

La scelta dei riciclati e non limpidi direttori generali è stata quella di prorogare i sani infermieri non ancora ghigliottinati dal limite dei 36 mesi, ovvero infermieri con pochi mesi di servizio presso quella stessa Asl, ciò solo per non incorrere in sanzioni personalmente e con il proprio patrimonio.

Così gli infermieri ustionati dopo 36 di precariato, sono costretti a far valigie ed accettare loro malgrado di essere sfruttati per altri 36 mesi da altre Asl, i piromani sono liberi, ed i direttori generali riciclati in altre Asl.

La casta non curante degli infermieri sottoposti ad un eccessivo carico di lavoro e ai quali va assicurata, data l’approssimarsi della stagione estiva, il godimento del congedo ordinario spettante”, e del disagio dell’utenza anziana ed ammalata, protegge solo se stessa.
A nulla sono valsi sit-in e i video-appelli, suggerendo ciò che la direttiva
europea salva precari prevede:
1)Recita la norma (comma 4 bis dell’art. 5 del D.Lgs 368/2001, introdotto dalla legge 247/2007 e modificato dal comma 2 del D.L. 112/2008) che “ In deroga a quanto disposto dal primo periodo del presente comma, un ulteriore successivo contratto a termine fra gli stessi soggetti può essere stipulato per una sola volta, a condizione che la stipula avvenga presso la direzione provinciale del lavoro competente per territorio e con l’assistenza di un rappresentante di una delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale cui il lavoratore sia iscritto o conferisca
mandato. Le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale stabiliscono con avvisi comuni la durata del predetto ulteriore contratto. In caso di mancato rispetto della descritta procedura, nonchè nel caso di superamento del termine stabilito nel medesimo contratto, il nuovo contratto si considera a tempo indeterminato”;

2)Recita ancora la norma (comma 4-quater dell’art.5 del D.Lgs 368/2001) che “il lavoratore che, nell’esecuzione di uno o più contratti a termine presso la stessa azienda, abbia prestato attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi ha diritto di precedenza…. nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine”.

Dunque perché alimentare il fuoco dei professionisti precari sfruttati nelle Asl?
Perché la casta fa pagare il debito dei piromani agli infermieri precari?
Perché non concedere ulteriori proroghe?
Perché di fatto impedire ai precari storici di partecipare, da preferiti, ai prossimi e futuri concorsi?
Perché non trasformare il contratto dei precari?

Nel mentre che la casta godi il suo lungo riposo estivo, noi infermieri da soli 36 mesi precari restiamo a casa, senza stipendi, e senza speranza, in attesa di nuove mete nelle quali essere sfruttati.

Domenico Cirasole
Movimento “La nuova resistenza 25 aprile 2011”

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