Imprese e sindacati, la filiera della pelle a rischio “estinzione”

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Firenze – Il comparto della pelle della provincia di Firenze è a “rischio”. Imprese e sindacati lanciano l’allarme e danno vita all’osservatorio per la sostenibilità della filiera della pelle.

Sindacati e imprese sono impegnati insieme per difendere quel patrimonio di conoscenze e di cultura del fare che rende l’attività produttiva del distretto della pelle della provincia di Firenze unica al mondo per livello di competenze degli operatori e per livello qualitativo dei prodotti.

A testimonianza della volontà di preservare e valorizzare le sinergie fra aziende capofila del comparto e le proprie filiere, vero prezioso patrimonio dell’intero sistema produttivo italiano sindacati e associazioni di categoria hanno dato vita ad una prima azione concreta: l’Osservatorio per la sostenibilità economica e sociale della filiera della pelle, per rilanciare la filiera in termini di compatibilità economica, di qualificazione e competitività oltre che di rispetto delle regole e della legalità.
L’Osservatorio è stato istituito dalla sezione pelletterie di Confindustria Firenze, da Cna Federmoda Firenze, da Confartigianato imprese Firenze, da Api Firenze, da Filtea Cgil, da Femca Cisl e da Uilta Uil.

“Oggi, a fronte della crisi internazionale che sta colpendo i sistemi produttivi del nostro Paese – si legge nel testo dell’accordo per la creazione dell’osservatorio –, le parti sociali considerano di estrema importanza dotarsi di tale strumento, nella reciproca consapevolezza che tutelare la diffusione delle piccole imprese e il loro ‘saper fare’ è interesse dei brand e dell’insieme del sistema moda sia territoriale che nazionale”.

I dati relativi agli ordinativi dichiarati negli ultimi tre mesi del 2008, -18,6% la domanda interna e -11,54% quella estera (dati settore pelli e cuoio, fonte Unioncamere Toscana e Confidustria Toscana), lasciano intravedere uno scenario negativo anche per il 2009.

Fra i compiti dell’osservatorio ci sarà l’analisi e il monitoraggio della sostenibilità economica della filiera, ma anche la mappatura delle “catene di subfornitura delle aziende del territorio con l’intento di favorire i processi di tracciabilità del prodotto, inteso come elemento centrale della tutela delle produzioni locali”.

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