Pensioni, Epifani (Cgil): “Le donne pagano 3 volte”. Bonanni (Cisl): “Inammissibile”

fotocgilEra da molto che Cigl e Cisl non la pensavano nello stesso modo. E’ stato sufficiente la proposta di innalzare l’età pensionabile delle donne lavoratrice nel pubblico impiego per far avvicinare, almeno idealmente i due principali sindacati italiani.
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, nel corso dell’assemblea regionale quadri, delegati, pensionati della Cgil Lombardia, che si svolge questa mattina a Milano, dice ” no” all’ipotesi che sia innalzata a 65 anni l’eta’ pensionabile delle donne impiegate nella pubblica amministrazione.
“E’ un momento di crisi – ha detto Epifani – innalzare l’eta’ pensionabile in questa fase, proposta che per ora riguarda il settore pubblico, ma non e’ escluso possa essere estesa anche al privato, vuol dire caricare i costi della crisi due volte sul mondo del lavoro e tre volte sulle donne lavoratrici. Esprimo per questo un dissenso forte nel merito e nel metodo”.
“La Cisl non condivide la decisione del Governo di proporre un innalzamento, seppur graduale, dell’età pensionabile delle lavoratrici della pubblica amministrazione”, lo ha dichiarato il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ”
” Non siamo daccordo per ragioni di metodo e di merito. Per la Cisl è inammissibile che su un tema delicato come quello delle pensioni, il Governo abbia deciso unilateralmente, senza aprire un confronto con il sindacato, come si è sempre fatto per tutti gli interventi sulla previdenza.
“Quanto al merito- prosegue Bonanni- si tratta di una decisione sbagliata che ci riporta indietro negli anni, introducendo criteri di accesso differenziati alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici pubbliche rispetto a quelle private. Il Governo può contrastare la sentenza della Corte di Giustizia europea facendo presente che il regime pensionistico pubblico non è un regime professionale distinto da quello legale generale. Semmai, nel futuro, il problema potrebbe essere risolto reintroducendo meccanismi più flessibili di accesso al pensionamento, superando la distinzione fra pensione di anzianità e di vecchiaia, cosa che era già stata fatta con la legge Dini. Per una larga parte delle donne – ha concluso il Segretario generale della Cisl – il pensionamento precoce è imposto da condizioni familiari, dalla cura dei figli e degli anziani. Si intervenga prima su questo, attraverso una politica di intervento che aumenti l’offerta degli asili nido e che sostenga l’attività di assistenza e di cura domiciliare degli anziani”.

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