Addio, maestro Italo Bolano

0
510

Il mondo della cultura e dell’arte è in lutto per la morte di Italo Bolano (84 anni), morto ieri mattina nella sua casa di Prato, assistito amorevolmente dalla sua compagna Alessandra Ribaldone, dopo una lunga malattia. La notizia si è diffusa, nella tarda mattinata di ieri e non c’è elbano che non si sia rattristato della grave perdita del professore di Storia dell’Arte. Lui stesso artista ed espositore nelle gallerie più famose che ha il merito di aver portato in tutto il mondo il nome della sua Isola. Rapporto viscerale con l’Elba. Di vero trasporto d’amore, quasi uterino con la sua amata Isola dalla quale non si è mai staccato. Sono i suoi colori, le sue pietre, il suo mare a formare quel perfetto insieme che ha fatto di un uomo dall’eccezionale, raffinata e fuori del comune sensibilità, un Artista a tutto tondo. È naturale che oggi l’Isola si pieghi su se stessa. Ne pianga la sua morte. Aveva un sogno, Italo. Non si faceva scappare occasione per parlarne in ogni iniziativa di carattere culturale che veniva promossa e organizzata a Portoferraio e non solo. Voleva che gli enti locali accogliessero la sua idea-guida, convinto com’era che solo la Bellezza, come si sente ripetere in giro, è in grado di salvare il mondo. Il “Museo Internazionale d’Arte Moderna Italo Bolano”, la sua stella polare che l’ha guidato negli ultimi anni di vita. Aveva anche scelto la location, il Forte Falcone. E il primo passo fu compiuto nel 2017 con l’inaugurazione di due stanze. Un piccolo mattoncino, al quale sarebbe seguiti tanti altri. Aveva intenzione di regalare tutte le sue opere al Comune; tutte le collezioni, le raccolte di artisti di tutto il mondo che aveva messo insieme durante la vita. Perché l’Arte e di converso gli Artisti sono eterni. E la ‘sua’ Città diventare il prezioso contenitore, lo scrigno di tesori d’inestimabile valore. “La mia vita è stata difficile fin dalla mia infanzia – ha registrato sui social in occasione dell’ennesimo incontro avuto con gli studenti del Foresi, presso questa scuola aveva conseguito la maturità classica – Mio padre era disoccupato e si faceva fatica a tirare avanti. A San Martino c’era un terreno abbandonato. La famiglia avrebbe avuto bisogno di venderlo, io invece mi misi a costruire delle capanne e in una cantina cominciai a ricevere i primi grandi artisti che venivano a conoscere l’Elba”. È il 1965 e quel posto, nella valle di San Martino a poca distanza dalla ‘Casa di campagna’ di Napoleone Bonaparte, diverrà l’ “Open Air Museum” che sarà battezzato come ‘International Art Center’, dandogli una connotazione al di sopra dei confini locali o nazionale, ma guardando all’Europa. E non solo. In questo storico ambiente, ogni estate, Italo Bolano ha sempre organizzato eventi culturali, mostre, incontri-dibattito e conferenze. Ospiti di primissimo ordine, nomi famosi dell’arte e della cultura. Un luogo bucolico, in mezzo alla campagna immersi nel verde e tra la frescura delle piante per incontrarsi, parlare d’arte, discutere in un’atmosfera fuori dal tempo. Intanto la Regione Toscana inserì il Centro Museo di San Martino nella rete regionale per l’arte contemporanea (Tra Art). Così, fin dagli anni ’70 dall’Open Air Museum sono usciti i monumenti che oggi costituiscono il Museo Diffuso dell’Isola d’Elba, un complesso di opere distribuite su tutti gli otto comuni dell’Isola, un ideale itinerario storico-culturale che esalta il patrimonio d’arte moderna sull’Isola lasciando un segno di questa nostra complessa civiltà degli anni 2000 rivolto in particolar modo alle nuove generazioni. Forte la sua amicizia che lo legò al poeta Mario Luzi che veniva spesso a trovarlo sull’Isola. Una perfetta combinazione chimica tra la poesia con i suoni delle parole e la pittura che invece tramette i ‘colori dell’anima’. Non c’è paese all’Elba che non abbia un’opera del maestro. Fino a quando lo hanno sorretto le forze, il Centro Museo ha ospitato eventi culturali i più vari. È stato creato anche un reparto riservato ai laboratori di ceramica, teatro all’aperto e bookshop. Negli ultimi periodi Italo Bolano ha permesso di far realizzare agli studenti un laboratorio di ceramica veloce Raku in sole due ore. Era l’occasione per portarsi a casa ciò che ognuno dei ragazzi aveva realizzato. Un ricordo di una giornata eccezionale vissuta e condivisa, per alcune ore, con il maestro. Un’opera da conservare. Per sempre. Immortale.

Articolo precedenteColdiretti Premio Oscar Green 2020: gran finale regionale a Capo Vaticano
Prossimo articoloReferendum, vince il Sì con il 69,64%

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here