Farmaci Orfani e Biofarmaceutica stanno trasformando l’industria farmaceutica

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Il processo di risanamento economico e’ stato particolarmente difficile per l’industria farmaceutica. La crescita di questa industria e della ricerca farmaceutica sono state rallentate da fattori quali la scadenza dei brevetti, la mancanza di nuovi farmaci nella catena dello sviluppo e le linee guida per l’approvazione dei farmaci divenute sempre piu’ restrittive. A cio’ si aggiunge anche il rischio degli investimenti nelle nuove molecole e terapie, creando un clima difficile per l’industria. In questo contesto, una nuova fonte di opportunita’ e’ rappresentata dai farmaci orfani.

“Se e’ vero che l’industria farmaceutica si e’ finora concentrata sulla produzione di piccole molecole ‘blockbuster’ (generatori di vendite e alti profitti), ci si attende che entro 5 anni farmaci per un valore di circa $90 miliardi perderanno l’esclusivita’ – spiega il consulente di Frost & Sullivan, Shabeer Hussain -. L’attuale situazione economica e la competizione derivante dai generici hanno portato le case farmaceutiche a modificare strategie e obiettivi e a concentrarsi su nuove iniziative aziendali e cioe’ i farmaci orfani, anche chiamati ‘niche-busters’, vale a dire ‘blockbuster’ di nicchia.”.

Questi nuovi modelli di business permettono alle aziende farmaceutiche di sviluppare un approccio integrato alle soluzioni per la salute, consentendo lo sviluppo di nuove aree per la terapeutica, la diagnosi, il trattamento, il monitoraggio e il supporto del paziente. I farmaci orfani sono un’attraente alternativa che consente alle aziende farmaceutiche di ridurre l’impatto causato dalla perdita di ricavi dovuto alla scadenza dei farmaci ‘blockbuster’. I test clinici per i farmaci orfani sono eseguiti con molta efficienza, anche di costi, data la presenza di piccoli gruppi di pazienti. Un’altra ragione che offre un maggiore interesse per le società farmaceutiche e’ la presenza di incentivi allo sviluppo di nuovi farmaci orfani offerti dai governi e il supporto della EU e dell’FDA per protocolli speciali.

Le societa’ farmaceutiche e biotecnologiche stanno innoltre unendo le proprie forze in associazioni per il licensing dei farmaci teso al mantenimento dei ricavi. Queste collaborazioni riducono il costo dello sviluppo e della commercializzazione dei farmaci orfani. Una collaborazione bilanciata e forte giochera’ a favore sia delle societa’ farmaceutiche sia di quelle biotecnologiche.

Mentre cresce l’’interesse nei confronti dei farmaci orfani, i processi di approvazione dei farmaci diventano piu’ rigidi, cosa che permettera’ alle imprese piu’ grandi di gestire queste maggiori domande, ma che porra’ maggiori problemi alle aziende piu’ piccole. Il consulente di Frost & Sullivan ritiene, pero’ che ci saranno comunque opportunita’ per le piccole imprese nelle aree delle terapie specializzate, nuove tecnologie e capacita’ e specializzazioni uniche. Le acquisizioni di capacita’ specifiche e di nicchia costituiranno uno dei modi piu’ efficaci per ottenere migliori partnership e collaborazioni e per avere una base clientelare piu’ diversificata. Questo offrira’ alle piccole collaborazioni la necessaria stabilita’ per poter sopravvivere e crescere.

Anche se ci sono ancora molte sfide da risolvere per l’industria farmaceutica, i farmaci orfani sembrano offrire la chiave per il recupero e la stabilita’ del mercato. Hussain crede che i farmaci orfani possano essere una grande fonte di competizione: “L’industria farmaceutica globale sta cominciando a crescere e espandersi e una componente di questo successo per quest’anno e’ stata la biofarmaceutica. I biofarmaci continueranno ad essere una grossa fetta dell’industria farmaceutica e saranno in diretta competizione con i farmaci a piccole molecole. Questo portera’ ad una serie di consolidazioni d’industria e cambiera’ l’industria farmaceutica”, conclude Hussain.

Per maggiori informazioni sulla ricerca di Frost & Sullivan sui mercati dei farmaci orfani e dei biofarmaci e per ricevere una brochure, si prega di inviare una mail a Chiara Carella, Corporate Communications

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