Lorenzo Conti, nostro affezionato lettore ed amico ci ha inviato questa lettera che ha inoltrao al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Leggiamola!
Lettera Aperta
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Dott. Silvio Berlusconi
Sono Lorenzo Conti, figlio di Lando, già Sindaco di Firenze, assassinato dalle Brigate Rosse il 10 febbraio 1986.
Il 2 Agosto 1980, a Bologna, la follia terroristica raggiunge il suo apice: la stazione esplode e si porta via la vita di 85 innocenti colpevoli solo di essere al posto e nel momento sbagliato….
Tra le vittime vi erano Sonia Burri di 7 anni e Patrizia Messineo di 18 anni, le figlie di Lia Serravalli e la sorella, Silvana di 34 anni, col bimbo che portava in grembo.
Ma, a già tanto dolore, si collega il destino di un’altra vittima: il padre di Lia e Silvana si buttò dal sesto piano per protesta contro lo Stato che non riuscì a dare giustizia e verità. Ancora oggi !!!
Oggi Lia ha un altro figlio, Silvano Burri di anni 29, che per Lei attualmente rappresenta un problema. Silvano, infatti, non riesce a trovare un lavoro stabile e decoroso. Egli, essendo nato dopo l’evento, non può beneficiare di alcuna legge pro vittime del terrorismo. Ma Silvano ha vissuto o meno in una famiglia distrutta dal dolore, ha potuto conoscere le sue sorelle e la sua zia, ha potuto fermare il gesto estremo di suo nonno ?
Per questo nostro Stato tutto ciò non conta ???
Nel 2007 ho direttamente interessato di questo caso il Sig. Sindaco di Bologna – Sergio Cofferati, il Sig Presidente della Regione Emilia Romagna – Vasco Errani e il Sig. Sindaco di Firenze – Leonardo Domenici. Ad oggi, nessuna risposta… Neppure una telefonata alla Sig.ra Serravalli.
Sempre nel 2007 ho interessato il Sig. Presidente della Regione Puglia – Nichi Vendola, il Sig. Presidente della Provincia di Bari – Vincenzo Divella e il Sig. Sindaco di Bari – Michele Emiliano.
Per decoro e decenza nei Suoi confronti, Sig. Presidente, non riferisco le parole e i toni che i suddetti signori hanno usato nei confronti della Signora Serravalli. Solo a ricordarlo provo un immenso senso di VERGOGNA.
Dopo tanto silenzio ho deciso di iniziare uno sciopero della fame in favore di Silvano e ho scritto al Sig. Presidente della Repubblica – Sua Eccellenza Giorgio Napolitano. In allegato Le rimetto copia della Lettera che Le chiedo gentilmente leggerla attentamente.
Di risposta, ho ricevuto una lettera dal Prefetto di Firenze che mi comunicava che il Sig. Presidente aveva incaricato il Prefetto di Firenze di comunicarmi che il Prefetto di Bari avrebbe cercato una soluzione al problema. Ma, anche in questo caso, dopo tante deleghe su deleghe, nessuna risposta… Neppure una telefonata alla Sig.ra Serravalli.
A questo punto mi nascono spontanee alcune riflessioni: quanto deve ancora soffrire la sig.ra Lia e la Sua Famiglia? Non basta tutto quello che hanno passato ?
Ma questo “fantomatico” Stato con le Sue Istituzioni dove era ?
Le Istituzioni cosa hanno fatto di concreto per questa famiglia ?
A queste domande segue una sola risposta, il SILENZIO ASSORDANTE !!!!
Dopo un’attenta analisi dei fatti qui brevemente descritti, sono giunto alla conclusione che le persone che rappresentano le Istituzioni che provengono culturalmente e moralmente dalla sinistra, non amano i fatti, ma preferiscono le “chiacchere”…
Sempre dalla sinistra, a tanto “SILENZIO” ho invece notato una “forte e puntuale attenzione” verso gli “ex terroristi” secondo la logica del “reinserimento” o “riabilitazione politica”.
Concordo a fatica con la definizione “ex terrorista” ma non posso accettare il concetto di “ex assassino”. Questo mai !!!
Per ragioni personali di salute non posso riprendere lo sciopero della fame ma, giorno dopo giorno, mi consumo per non essere riuscito ad aiutare Lia Serravalli e suo figlio Silvano.
Ecco perché, Signor Presidente, Le scrivo questa lettera con il cuore e con la mente.
Aiuti Lia a trovare per il suo Silvano un lavoro adeguato; aiuti Lia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita con una serenità che gli eventi le hanno negato e che lo Stato non ha saputo in alcun modo attenuare.
Come padre di famiglia e come Presidente del Consiglio ci aiuti a risolvere questa necessità e, visto il periodo natalizio, mi consenta una battuta:
“Caro Babbo Natale,
quest’anno non ti chiedo giochi o dolcetti a me tanto cari, ti chiedo di aiutare una famiglia che ha tanto sofferto con la perdita di due amatissime bambine e che ora si trova in difficoltà.
Regala un lavoro decoroso a Silvano Burri e mi farai fare il più bel Natale di tutta la mia intera esistenza.
Ma, quando scendi dal cammino, fai attenzione perché ci sono tanti uomini cattivi che promettono tanto e che mantengono poco…”
Rimanendo a Sua completa disposizione, fiducioso in un Suo autorevole e tempestivo intervento, Le invio i migliori saluti e Le Auguro un Felice Natale e Buon Anno Nuovo.
Lorenzo Conti