Berlusconi al Senato torna a promettere la riforma fiscale e quella costituzionale: “Avanti fino al 2013, governo Pdl-Lega unico affidabile”

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Roma – È durato 40 minuti il discorso del presidente del Consiglio al Senato per la verifica chiesta dal capo dello Stato. Durante il suo intervento, Berlusconi ha detto che una crisi di governo sarebbe “una sciagura”, che “non c’è alternativa” all’esecutivo da lui presieduto e che l’alleanza con la Lega è “solida”. La richiesta di dimissioni del governo che arriva dall’opposizione, poi, è “un mero esercizio di propaganda”. Per il premier, “l’alleanza tra Pdl e Lega, con l’apporto delle forze responsabili del Parlamento, è l’unico assetto politico in grado di garantire la governabilità e l’affidabilità internazionale del paese” (video).

L’esecutivo, ha detto il Cavaliere, ha intenzione di “completare il programma di governo per il 2013, arrivando alla scadenza naturale della legislatura”. Il premier non ha dato alcun peso alla sconfitta elettorale subita durante le amministrative e i referendum. “I cittadini – ha detto il capo del governo – potranno giudicare complessivamente il nostro operato attraverso le elezioni politiche generali, come prescrive la Costituzione e come avviene in tutte le democrazie”.

Di fronte all’attuale situazione economica, secondo Berlusconi sarebbe “folle” che si arrivasse a una crisi di governo. “Le agenzie di rating ci tengono sotto osservazione – ha detto il premier – e le locuste della speculazione aspettano solo l’occasione giusta per colpire le prossime prede che mostrino segni di debolezza”.

Berlusconi è tornato a promettere ancora una volta la riforma fiscale e quella costituzionale. Nelle prossime settimane, prima della pausa estiva, il governo presenterà al Parlamento “la delega per la riforma del sistema fiscale”, introducendo “tre aliquote più basse e cinque imposte”. Prima dell’estate, inoltre, il premier ha intenzione di portare in Aula il disegno di legge di modifica costituzionale, che prevederà “la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto con il Senato federale, infine il rafforzamento dell’esecutivo”.

Riguardo alla missione in Libia il premier ha detto che “il governo assumerà ogni decisione dopo il Consiglio superiore di difesa presieduto dal capo dello Stato. In quella sede verrà illustrato il piano di contrazione dei costi e di graduale diminuzione del nostro contingente, in accordo con gli organismi internazionali”.

Durante il suo intervento, il premier ha affermato anche di non voler “rimanere per sempre a palazzo Chigi”. “Voglio però fortissimamente lasciare all’Italia – ha detto – come mia eredità politica, un grande partito ispirato al Partito popolare europeo”.

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1 Commento

  1. secondo la stampa internazionale questo governo è un disastro-un consglio lasci il passo ci sono persone all’altezza del compito come il Prof;Mario monti..si dedichi con serenità alle sue cause

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