Israele: sciolto il Parlamento, nuove elezioni il 2 marzo

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Israele tornerà al voto per la terza volta in un anno. È scaduto infatti a mezzanotte il termine di 21 giorni previsto dalla legge affinché la Knesset formasse un nuovo governo.

La mancata intesa tra i due principali partiti, Likud e Blu e Bianco, ha reso inevitabile lo scioglimento del Parlamento e il ritorno alle urne: confermata la data del 2 marzo su cui c’era già l’intesa da giorni.

“Tenete i vostri bambini lontani dalla tv, ci saranno nuove elezioni e saranno un festival di odio, violenza e disgusto”, avverte Yair Lapid, numero due di Blu e Bianco che ha condotto assieme al leader Benny Gantz le trattative per la formazione dell’esecutivo.

Trattative cominciate subito dopo il voto dello scorso settembre: dopo ripetuti tentativi né Lapid né Gantz sono riusciti a trovare un’intesa con il premier Benjamin Netanyahu, che aveva offerto un esecutivo di unità e un’alternanza alla guida.

A far naufragare l’accordo hanno contribuito i guai giudiziari che hanno travolto il premier, di recente incriminato in tre casi distinti dal procuratore generale del paese. Netanyahu dovrà difendersi dalle accuse di corruzione, frode e abuso di ufficio che ne mettono in serio pericolo la sopravvivenza politica.

Nel frattempo il primo ministro ha dato il via libera, dopo molte esitazioni, alle primarie per scegliere la futura leadership del Likud.

Netanyahu ha dovuto cedere alle pressioni di esponenti di primo piano del partito, che da tempo spingevano per questa soluzione dopo il nulla di fatto del premier alle ultime elezioni.

Il voto è in programma il 26 dicembre. Il principale avversario del premier sarà Gideon Saar, indicato da molti come l’unico candidato in grado di contrastare il controllo totale di Netanyahu sul partito.

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