Piazza San Marco vuota, chiuso anche il Florian

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“Mai vista una roba del genere”. Se incroci in una calle qualsiasi un abitante del centro storico, la frase è la stessa: Venezia svuotata, campi e calli deserti, vaporetti silenziosi con pochi passeggeri. Dopo lo choc del Carnevale interrotto, la città lagunare è ancora più vuota di passanti, da giorni invitati a restare in casa e dalla scorsa notte ancor di più, con l’allargamento a tutta la penisola delle norme di cautela per il Coronavirus.
Nessun posto di blocco evidente, comunque, visto che tutti i mezzi di trasporto su gomma passano per l'”imbuto” di Piazzale Roma. Gli autobus dell’Actv sono stati tutti dotati di catenine o fettucce nella parte anteriore, per dividere gli autisti dal contatto ravvicinato con i passeggeri. Tutto immutato invece sui vaporetti, da sempre dotati del ‘ponte’ all’aperto con la cabina del comandante chiusa, e comunque quasi vuoti.
Una volta scesi all'”hub” di Rialto, la scena è surreale: fino a qualche settimana fa ci si doveva far largo tra mucchi di turisti o di maschere. Ora sul parapetto del ponte più famoso di Venezia si notava solo una “magoga”, il gabbiano reale che si apposta ogni giorno come di vedetta sul Canal Grande, di solito circondata da schiere di macchine fotografiche dei ‘foresti’.
Il tragitto fino a San Marco è un susseguirsi di negozi chiusi “per ferie”, programmate o forzate. Dentro quelli aperti i commessi guardano nel vuoto, con nessuno intorno. Anche i chioschi e i bar espongono inutilmente panini e bibite.
Arrivati nell’area marciana, il cuore della città, il panorama è incredibile: lastricato libero, nemmeno le bancarelle di souvenir hanno aperto. Lo storico Caffè Florian ha deciso di chiudere i battenti “a malincuore”; dall’altra parte della piazza, restano aperti gli altri due caffè storici, il Quadri e il Lavena, ma i tavolini sono vuoti o quasi.
Attorno alla Basilica ci sono quattro piccoli cantieri per i lavori di ripulitura delle condotte di deflusso dell’acqua dal nartece, in caso di alta marea. Dentro, un cortese addetto apre la fettuccia di sicurezza dal lato sinistro della chiesa, solo per chi vuole pregare; si entra e ci si trova davanti la cappella con l’altare della Madonna Nicopeia, l’icona più nota e cara alla devozione cittadina. C’è da credere che in questi giorni molti veneziani si siano rivolti in silenzio a lei.

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