Nella giornata di ieri il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che specificava quali fossero le regioni che dalla “fascia gialla” passavano alla “fascia arancione” o “rossa” e come abbiamo appreso Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria sono entrate ufficialmente in fascia arancione, mentre ad entrare nell’area rossa è stata la provincia autonoma di Bolzano.
Dopo queste modifiche, la divisione in fasce delle regioni del nostro paese è attualmente suddivisa nella seguente modalità: in fascia gialla troviamo attualmente Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna e Veneto, mentre in fascia arancione abbiamo Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria e infine in fascia rossa abbiamo Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Bolzano.
Sempre secondo l’ordinanza di ieri, l’Istituto Superiore di Sanità, analizzando gli ultimi dati a disposizione, ha annunciato delle ulteriori restrizioni in 4 regioni che si trovano attualmente nella fascia gialla, ovvero Emilia Romagna, Campania, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Secondo l’iss queste quattro regioni sarebbero entrate in uno scenario che prevede “un rischio moderato con alta probabilità di progressione” e i nuovi provvedimenti in questi territori saranno stabiliti oggi.
Sempre nella giornata di ieri sono arrivati a Napoli i tecnici del Ministero della Salute per verificare se il flusso di informazioni e dei dati legati alla regione sia stato trasmesso correttamente. Successivamente è arrivata la dichiarazione di Silvio Brusaferro, che ha poi annunciato che sono previste delle ulteriori restrizioni per le quattro regioni citate in precedenza.
In un contesto di totale confusione e poca chiarezza, la cosiddetta data di scadenza rimane sempre quella del 15 novembre, giorno in cui, secondo il governo, si potranno avere dei dati veritieri che possano realmente dimostrare l’efficacia del nuovo Dpcm. Intanto nel nostro paese aumentano costantemente il numero di regioni che passano ad una fascia sempre più pericolosa dal punto di vista dei contagi e il clima, nonostante l’arrivo dell’inverno e del Natale, diventa sempre più bollente, considerando anche i numerosi scontri nelle varie città del nostro paese dopo l’ultimo Dpcm.
Non è per istigare qualcuno a fare pazzie, ma ragionando con logica, possiamo dedurre che il futuro che ci aspetta non è per niente roseo e che al momento qualcuno sta già preparando i forconi in vista del tanto atteso 15 novembre, con il pericolo di un lockdown nazionale, escluso più volte da Conte, che adesso inizia sempre di più a perdere forma sotto i nostri occhi.