A Natale sotto l’albero cosa troveremo? Tanta «cassa» e poco lavoro

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E’ la settimana di Natale quella che inizierà domani: la settimana in cui ci si scambiano gli auguri; si esprimono i desideri che abbiamo tenuto stretti in petto per gli altri 364 giorni e che solo adesso affiorano sulla soglia della nostra coscienza. E’ tempo di essere felici e di scrollarsi di dosso le brutture che abbiamo attraversato in questo ciclo astronomico del nostro pianeta attorno alla sua stella, nel nostro viaggio nell’universo. Ma può essere un Natale sereno? Se ce lo auguriamo, significa semplicemente che la serenità non è stata raggiunta e diventa (ahimè), anche per il prossimo 2011 che sta bussando alle porte, il nostro principale fine da conseguire.

E per scelta siamo a fianco di tutti coloro che non trascorreranno un Natale sereno, a partire dai cassintegrati, a chi non ha più lavoro e si vede in ristrettezze economiche e non s come sbarcar il lunario, a chi non si riconosce più nell’ordinamento che non prende a cuore i bisogni reali della popolazione che no ha garanzie di lavoro e di posto fisso. Penso agli studenti, alla loro rabbi, al loro desiderio (prettamente giovanile e rivoluzionario) di marciare sul Parlamento e indurre il governo a rivedere la riforma delle università. Ma una richiesta così sacrosanta abbiamo visto tutti che fine abbia fatto. E’ scoppiata la guerriglia urbana a causa di qualche gruppo facinoroso che ha fatto scomparire quelle che sono le vere esigenze e richieste dei giovani: si parla più delle spettanze che il movimento studentesco avanzava? Certo che no. Si parla invece delle vetrine rotte, dei danni subiti e sopportati dalla Capitale durante la manifestazione degli studenti.. il resto è passato in .. canonica.

Mi sorge un dubbio:ma ce sia stato veramente questo l’obiettivo dei gruppi di scatenare la guerriglia urbana al fine di non centrare l’attenzione sui veri problemi e, allo stesso tempo, indurre la gente, il popolo, le persone comuni a pensare che sia tempo matura per un esecutivo “forte”?.

Ha scritto ieri sulla Stampa Giuseppe Matarazzo: «I giovani hanno finito anche loro a no avere più sogni: perché i desideri (come fotografato giorni fa dal Censis) svaniscono – in un’Italia «appiattita» e senza «pulsioni vitali» – sotto il peso dell’indifferenza e della mancanza di opportunità. Una situazione di scoraggiamento e apatia che coinvolge, nell’area Ocse, 16,7 milioni di ragazzi. L’organizzazione di Parigi li chiama «gruppo Neet», né studio né lavoro. L’Italia è penultima per l’occupazione giovanile: con il 21,7% fa meglio solo dell’Ungheria, ferma al 18,1%, ed è ben al di sotto della media dei Paesi membri (40,2%). A ottobre, il tasso di disoccupazione è stato dell’8,6%, contro l’8,3% di settembre. Parliamo di 2,167 milioni di disoccupati, «più del doppio rispetto ad aprile 2007».

Tristissima verità. E ci siamo soltanto fermati ai giovani. Senza parlare di chi per protestare è salito sul tetti delle fabbriche, sui ricercatori universitari che guardano sempre più con interesse alle possibilità che giungono dall’estero.. e via di questa passo in un elenco che non ha fine. Tutte amare considerazioni che ci affiorano alla mente nella settimana che dovrebbe spingerci all’amore e alla concordia.

Ci sentiamo in grado di fare qualche augurio, senza scivolare nel banale e nello scontato in occasione più bella e più partecipata dell’anno? Festa che per essere celebrata in modo dignitoso vede una lunga attesa (si comincia a pensare al Natale dopo l’8 dicembre) e un’altrettanta lunghissima osa che finisce con l’Epifania?

Più senso civico,più senso di appartenenza allo Stato; più consapevolezza del ruolo di essere protagonisti della nostra Storia, magari cominciando da noi stessi nel rispettare il prossime, le persone che ci vivono accanto, il transfuga dall’Africa e venditore di calzini agli ingressi dei supermercati, avere rispetto anche degli altri.. e questi altri non si attacchino verbalmente e con insulti vari dinanzi alle televisioni, ma più concordia, più umiltà nel rispettare gli altri. Buon Natale a tutti i nostri lettori.

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