Elba, carpire sempre più soldi ai cittadini: ‘una specie di taglia, stile far west’!

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Alcune considerazioni  in merito al provvedimento preso quest’anno dal Comune di Rio nell’Elba nei confronti di  circa 160 cittadini residenti nel Comune, sia single che coniugati, a cui è stato contestato il diritto all’esenzione della vecchia ICI, poiché avrebbero altrove la dimora abituale. Ad essi è stato richiesto il pagamento dell’ICI del 2008, addizionata di interessi e consistenti penalità, a causa della loro “ infedeltà contributiva”. Si tratta di situazioni differenziate e di cifre variabili, comunque rilevanti, dell’ordine di diverse migliaia di euro, se si considera che il provvedimento è relativo anche agli anni successivi al 2008. Un  prelievo forzoso, a carico di cittadini che secondo l’Amministrazione avrebbero eluso le tasse.   Ma se in un piccolo Comune come quello di Rio Elba più di 100  persone sono state raggiunte dall’ingiunzione comunale, è ragionevole pensare che non si sia trattato di  una “infedeltà contributiva” o di una evasione generalizzata, ma che vi sia stata piuttosto una forzatura nell’iniziativa dell’Amministrazione,almeno nei confronti di molti cittadini che si dovranno tutelare legalmente. Forse le disposizioni di legge, ambigue o non chiare, sembravano consentire l’esenzione ICI a tutti i residenti e di poter così alleggerire il  carico fiscale che per le case, specialmente per le seconde, è diventato insostenibile. Se la legge in materia fosse stata chiara e precisa, non vi sarebbe stato bisogno della sentenza della Cassazione (n.14389) del 2010, in cui la Suprema Corte ha stabilito che nel caso di un nucleo familiare, l’agevolazione spetta solo per l’immobile nel  quale il contribuente e i suoi familiari dimorano abitualmente, richiamando gli artt.  143/144 del C.C., secondo i quali i coniugi fissano insieme la residenza. A meno che non vi sia separazione o divorzio. Su tale sentenza soprattutto si basa l’iniziativa presa dal Comune. Da evidenziare che il secondo grado di giudizio, prima della Cassazione, aveva dato ragione al contribuente, residente in un comune diverso da quello del coniuge. La questione quindi era abbastanza controversa. Significativo anche il fatto che in chiusura della stessa sentenza di Cassazione, la Corte decide, data la novità della questione, di “compensare integralmente tra le parti le spese dell’intero giudizio”.  Sembra evidente che tale sentenza in materia tributaria abbia anche una valenza politica in un momento in cui Stato e Comuni hanno più che mai bisogno di molti soldi. Ma non è uno Stato di diritto quello in cui le leggi cambiano continuamente, sono troppe, male applicate e interpretate in modi diversi:  i cittadini non hanno più punti di riferimento precisi e sicuri, sono disorientati. Che altro aspettarsi da una classe politica ormai da troppo tempo confusa e incapace, brava solo a difendere  poltrone e  privilegi?   Davvero poco accettabile però, che un’Amministrazione Comunale sfrutti l’ambiguità della legge, per perseguire l’obiettivo di far cassa, in un momento di tagli e di ristrettezze per tutti.  Sarebbe stato più opportuno e più equo informare  a suo tempo i cittadini, dar loro chiarimenti, magari con una comunicazione sui diversi orientamenti dopo la sentenza della Cassazione del 2010. Perché aspettare il 2013 per chiedere l’ICI quasi raddoppiata del 2008? Chissà se la decisione presa dal Comune avrà una ricaduta positiva su un paese ormai languente o contribuirà invece,a renderne più breve l’agonia! Chissà quanti ancora saranno costretti a vendere la casa e sempre più preferiranno passare le ferie e forse anche il resto della vita in altri paesi, dove non si è martoriati dalle tasse e con poco si fa vita da signori. Ormai la fuga dall’Italia, dai più giovani ai pensionati, è diventata un’emorragia. Chi ha tutto da guadagnare invece è il team anti-evasione, gli impiegati comunali impegnati nell’operazione di recupero, che riceveranno un premio, per decisione della stessa giunta comunale, in percentuale variabile e in rapporto al denaro recuperato (dal 10% fino al14% oltre i 300.000 euro). Una specie di taglia, stile far west. Meglio evitare commenti! Da notare infine la palese e stridente discriminazione che si crea tra cittadini, dal momento che in una piccola Comunità come quella elbana, un Comune decide, in virtù di una certa autonomia, di far pagare un tributo che negli altri paesi della stessa isola non si paga. Altro che Comune unico dell’Elba! Non vi è più alcuna certezza del diritto, poiché la legge non garantisce uguaglianza ed equità. E si deteriora sempre più il rapporto tra cittadini e Stato, la sfiducia aumenta e il solco che si è creato diventa sempre più profondo invece di ricomporsi. Come può essere diversamente, se nei fatti e nella vita di tutti i giorni lo Stato e chi lo rappresenta fanno di tutto per essere il tuo nemico?

 Leonardo Di Quirico

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1 Commento

  1. Sono anch’io un cittadino accusato di ” infedeltà contributiva ” dal nostro Comune, nostro perché lì sono nato e cresciuto ed emigrato per lavoro. Una volta terminato il mio periodo lavorativo ho chiesto ed ottenuto nuovamente la residenza nella casa di famiglia e dopo diversi anni mi trovo a dover pagare una cifra considerevole a causa di questa sentenza della Cassazione , ben poco chiara ma subito ben percepita dai nostri Amministratori. Quindi condivido pienamente il pensiero di Leonardo,

    Ps : 160 … siamo tanti e dovremmo trovarci il giorno delle elezioni per esprimere tutta la nostra gratitudine a questa Amministrazione !!!!!!!!!!

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