La crisi degli Italiani non sfiora Sanremo

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“Bonolis si becca un milione di euro per condurre il Festival di Sanremo, Benigni si accontenta di 350.000 per una comparsata, alla faccia del suo Dante nemico dell’«usura». Non vale gridare allo scandalo davanti a un simile dispendio di denaro pubblico. Da casa Rai si obbietta, con il callido realismo di chi è avvezzo nel suo piccolo a largheggiare per sé, che l’anno scorso, alla manifestazione onorata dalla presenza di Pippo Baudo, non si è speso molto di meno”, (Lorenzo Mondo, da “La Stampa“, Torino, 15 febbraio 2009).

Ma non finisce qui. Se si va a vedere quali saranno gli artisti che si avvicenderanno sul palco dell’Ariston, si capisce che a scendere in campo sarà l’intera scuderia di Lucio Presta,  agente dello stesso Bonolis, il conduttore della 59 edizione. Un bel che dire alla faccia della crisi. Ma quale crisi? Se si va poi a vedere che sono gli stessi poveri Italiani, quelli che si dibattono quotidianamente con i prezzi dei beni di prima necessità saliti alle stelle a sbarcare il lunario, che, tra poche ore, accorreranno per le strade che portano all’Ariston, nella cittadina ligure, ad applaudire la schiera dei milionari ospiti del Festival. Loro fanno pubblico. Loro ad alzare l’audience. Benedetta televisione. Anche se si spera che qualcosa sia fatto con il nuovo consiglio d’amministrazione perché tanto spreco non è giustificato nel momento in cui si chiama il Paese a reagire alla crisi economica.

E Paolo Festuccia prosegue, sempre dalle colonne del maggior quotidiano torinese: “Martedì prossimo si aprirà l’edizione 2009 del festival di Sanremo. Un evento tanto atteso, non foss’altro per le polemiche che da sempre lo accompagnano. Prima, durante e nei giorni che seguiranno la proclamazione del vincitore. Ma la vera novità di quest’anno non è tanto il ritorno di Bonolis nella città dei fiori dopo quattro anni, quanto i legami tra artisti, agenti e certe «affinità familiari». Come antica tradizione italica insegna, Sanremo non è solo un evento nazional-popolare ma anche una grande saga familiare. Che da un lato divide il pubblico sulle preferenze degli artisti, le acconciature delle vallette, le ugole dei cantanti, le scenografie, il verdetto finale; dall’altro unisce gli interessi professionali, ma non solo, degli organizzatori, dei discografici, degli sponsor. Tutto per un volume d’affari consistente, tenuto conto che solo la kermesse costerà alla Rai circa 20 milioni di euro (nove di questi circa andranno alla città che ospita la rassegna canora). Per queste ragioni, allora, è facile intuire che l’occasione è una di quelle da non sciupare tanto che Lucio Presta, l’agente di Bonolis ma anche di Benigni ha messo in campo il suo staff: dal direttore d’orchestra Bruno Santori, al direttore artistico musicale, Gianmarco Mazzi; dagli autori, Barbara Cappi, Cesare Lanza, Marco Salvati, Sergio Rubino, al consulente Tony Eustor. E ciliegina sulla torta, anche la signora Sonia Bruganelli, ovvero la moglie del presentatore e del direttore artistico Paolo Bonolis”.

Stupore. E tutto questo per assistere a delle vere e proprie scempiaggini. Stupidate, dette da artisti che nemmeno sarebbero chiamati dal più fasullo dei registi, pur di far cassetta. Ci sarà un limite alla scempiaggine e alla stupidità umana? Credo di no quando si sperperano in questa maniera soldi non propri ma degli Italiani che hanno pagato l’abbonamento alla Rai.

 

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