Figlia di un boss rifiutata da due scuole a Bari, la Bellantuoni indignata

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“Rifiutare una bambina perché il padre è un esponete della criminalità è un atteggiamento assurdo. Così si istiga alla discriminazione e si procede in modo diametralmente opposto a quanto cita la nostra Costituzione”. Commenta così Manuela Bellantuoni, responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, la situazione di una bimba di 11 anni alla quale è stato impedito di iniziare l’anno scolastico perché inserita negli elenchi a rischio del tribunale dei minori.

La madre aveva provato a chiedere l’iscrizione della figlia in due istituti, alla scuola media Carducci e alla Pascoli. Entrambe, però, le hanno chiuso la porta: la prima per motivi di posti, la seconda invece non ha fornito alcuna spiegazione. La donna, indignata per il comportamento dei dirigenti scolastici, si è presentata alla Carducci minacciando verbalmente la preside Rosa Angela Ferrara, che ha poi richiesto l`intervento della polizia. “Capisco l’esasperazione della madre anche se è necessario mantenere il controllo. La sola vittima, in tutta questa vicenda, è la ragazzina e le istituzioni – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – devono dare un segnale forte che ribadisca il suo diritto a ricevere l’istruzione come ogni altro suo coetaneo”.

Il provveditore agli studi, Giovanni Lacoppola, ha apertamente criticato l’atteggiamento del dirigente della Pascoli e ha denunciato il tutto all`Ufficio scolastico regionale. La soluzione della controversia sembra comunque essere vicina. “Auspichiamo che la vicenda si risolva nel minor tempo possibile per permettere alla bimba un reintegro sereno e senza traumi. Questi episodi ci lasciano basiti e increduli perché, anche nei contesti scolastici, manca purtroppo una cultura dell’uguaglianza e dell’integrazione condivisa – conclude la Bellantuoni – Speriamo, tuttavia, sia l’ultimo caso di diritto allo studio negato”.

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