Il mea culpa di una generazione e l’invito a sprigionare le proprie energie, facendo ognuno la propria parte e le proprie scelte. Che iniziano proprio quando si è adolescenti.
Sul palco del Mandelaforum il sindaco di Firenze Dario Nardella, in vista dell’Expo 2015, invita a non parlare solo di consumismo e turismo ma a riflettere sulle diseguaglianze nel mondo, per fare qualcosa. “Sprechiamo 1 milione e 300 mila tonnellate di cibo, che è quattro volte quello che servirebbe a sconfiggere la fame nel mondo”. Che invece cresce, assieme ai poveri (e i miliardari). Come i profughi, con una famiglia che ogni minuto, anche oggi, viene sfollata dalla Siria.
“Vi abbiamo tradito – dice il professor Joseph H. H. Weiler dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, da quattordici mesi in Italia -. Vi abbiamo tradito inquinando e usando in modo irresponsabile l’energia del mondo, pensando solo al nostro benessere. E non ci sono scuse per questo”. Questo mondo si può però cambiare: “assumendo ciascuno un impegno a favore degli altri e lasciandosi coinvolgere dalla politica, senza lasciarla ad altri”.
Parole simili a quelle del professor Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale al Sant’Anna di Pisa, anche lui amico del meeting, che ricorda che “lo sviluppo sostenibile è possibile solo se lo sviluppo è uguale per tutti i paesi” e se una generazione evita di sprecare risorse “a danno di quelle successive, rubandogli opportunità ”. “Rinunciando anche a qualcosa per sé”, se necessario


