«Scoprire il passato significa capire il presente per progettare il futuro»

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Da martedì prossimo Il Tirreno regalerà ai lettori, per 4 giorni alla settimana, fotografie storiche imperdibili. Sedici immagini simbolo di Piombino, della Val di Cornia e dell’Elba, autentiche chicche che faranno riaffiorare volti, luoghi e abitudini della nostra comunità. Abbiamo sentito Umberto Gentini, portoferraiese ex direttore dell’Apt dell’arcipelago toscano e caporedattore della rivista “Lo Scoglio”, che ha espresso il proprio pensiero sull’iniziativa del Tirreno, commentando alcune delle fotografie selezionate, in particolare quelle che riguardano l’Elba. «Scoprire il passato significa cominciare a capire il presente, per apprezzarlo e per progettare lo sviluppo futuro dell’Isola d’Elba e degli altri territori. Fa un certo effetto osservare in una vecchia foto il traghetto Aethalia e il Portoferraio al molo di Piombino nell’atto d’imbarco. La nave nuova ammiraglia della flotta della Navigazione Toscana Aethalia, la prima in tutto il Mediterraneo a imbarcare macchine (si usavano i ferryboat) fu proprio l’Aethalia che fece compiere il salto di qualità al turismo sulla maggiore isola della Toscana. Trasportava fino a 40 autovetture e sei pullman: prima sulle corvette Porto Azzurro e Portoferraio s’imbracavano colle reti le macchine al massimo 12 per volta. I turisti avevano terrore del paranco; temevano si spezzasse da un momento all’altro. La nave fu inaugurata il primo agosto 1956 alla presenza di autorità civili e militari sia locali che nazionali.Altro scatto da non perdere è quello che ritrae la banda 1908 – In pratica non c’era paese all’Elba che non avesse la sua brava banda musicale e San Piero non poteva esimersi dal non averla. C’è una circostanza molto importante da rilevare: questi paesani, quando emigravano all’estero per motivi di lavoro, si portavano dietro con sè anche lo strumento e dove andavano costituivano un gruppo musicale. Questo soprattutto è successo in Argentina e nell’America Latina. I pezzi che eseguivano nelle varie occasioni di feste patronali o altre manifestazioni erano tratti da musiche di autori classici. Poi riecco gli scalpellini: lo sfruttamento delle cave a San Piero risale al periodo romano. I sampieresi ce l’hanno nel sangue, nel loro Dna, nascevano e morivano scalpellini. E le colonne di granito che uscivano da questi borghi sono sparse nei monumenti di tutto il mondo, Pantheon di Roma compreso. Sono foto che raccontano delle storie lontane, come quella dei festeggiamenti in occasione della Vittoria Mutilata del 1918. Nessuno di quelli che posano davanti all’obiettivo del fotografo ride? Non c’è niente da festeggiare, una guerra finalmente finita che ha mietuto vittime e ha falciato giovani vite elbane. I morti conclamati all’Elba furono 374 e a Campo nell’Elba furono ben 44. Poi c’è l’immagine della processione religiosa. Dopo i grandi eventi che hanno sconvolto la popolazione elbana nel primo cinquantennio del secolo scorso, forte e partecipato è il sentimento religioso dei sopravvissuti. Ci si attaccava e ci si raccomandava al soprannaturale per avere la garanzia della ‘liberazione dal male’. Per questo sentimento, le processioni nei paesi erano sentite e frequentate da tutti, bambini e adulti. Tutte le comunità elbane avevano e celebravano i riti religiosi. E tutto il paese indistintamente prendeva parte alla celebrazione stringendosi attorno alla figura del prete».

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