Macrì (Fli Toscana): le province vanno tutte abolite

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Londra – Dal COORDINAMENTO REGIONALE TOSCANA – Macrì FLI riceviamo e pubblichiamo.

L’abolizione delle province è un passo necessario verso il dimagrimento di una struttura amministrativa, che il paese non si può più permettere. Occorre però il coraggio di farlo attraverso una riforma della Costituzione e una razionalizzazione della distribuzione dei comuni, favorendone gli accorpamenti, su cui dovranno essere trasferiti gran parte dei compiti sin qui assolti dalle province. Invece che mettere mano all’assetto istituzionale del paese, attraverso una revisioni profonda e condivisa della Carta Costituzionale, si è preferito trovare un compromesso impossibile, ed oggi è sotto gli occhi di tutti che non porta da nessuna parte.

Si è optato per una trasformazione delle provincie in enti di secondo livello, a disposizione dei partiti e dei loro nominati e questo è quanto di più lontano possa esserci dallo spirito della semplificazione amministrativa e burocratica che dovrebbe essere ispirata ad una accentuazione della sussidiarietà verticale. Funzioni, competenze e servizi sempre più vicine ai cittadini e l’ente “Comune”è quello che dà le maggiori garanzie in questo senso.

Alla fine ci ritroveremo con 43 province al posto di un centinaio, che saranno governate da dei nominati, ovvero sempre dai soliti politici bolliti. Invece che verso il risparmio, saremo costretti ad affittare nuove sedi, accorpare e spostare amministrazioni, chiudere e riaprire nuovi uffici, tagliare e cucire territori, suscitando malumori e risvegliando sopiti campanilismi e divisioni guelfo-ghibelline.

Alla fine, in nome di una finta Spending Review (sempre che la Corte Costituzionale, come molto probabile, non faccia un unico cartoccio di tutto questo, gettandolo nei rifiuti della storia patria), dal punto di vista dei cittadini non ci sarà alcuna semplificazione: le istituzioni saranno ancora più lontane e avremo solo speso molti soldi inutilmente, per una inutile operazione di facciata, mentre il governo della Toscana sta ben pensando di cogliere al volo l’insperata occasione, per far compenetrare queste possibili nuove aree con le partecipate regionali ormai totalmente fuori da qualunque controllo, se non quello dei capibastone del PD, che ne hanno fatto il proprio personale orticello.

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