
Londra – “L’Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo”. Così ha scritto su X il presidente ucraino Zelensky, dopo che la difesa aerea ucraina ha intercettato 92 droni russi diretti verso la Polonia.
Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha rassicurato: “Non ci risulta nulla di preoccupante per il nostro Paese, comunque la nostra difesa aerea è sempre vigile e attenta”.
Invece il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, alla luce degli ultimi avvenimenti nei cieli del Nord Europa ha detto “Per essere chiari, e in questo caso bisogna esserlo, anche a rischio di far preoccupare la gente, non abbiamo un sistema complessivo di protezione del territorio nazionale contro la minaccia aerea, che sia portata con droni, missili, velivoli, elicotteri o qualunque altro aeromobile“.
Nella notte scorsa le forze armate russe hanno lanciato un massiccio attacco con armi di precisione a lungo raggio, basate su aria e mare, e droni d’attacco contro le strutture del complesso militare-industriale ucraino utilizzate dalle forze armate ucraine, nonché contro le infrastrutture degli aeroporti militari. Gli obiettivi dell’attacco sono stati raggiunti e tutti i bersagli designati, secondo il Ministero della Difesa russo, sono stati colpiti.
In seguito al massiccio attacco russo nell’Ucraina occidentale, la Polonia ha schierato aerei da combattimento come misura difensiva “preventiva”.
Ma vediamo insieme quale drone potrebbe arrivare e colpire in Italia.
Secondo Defense Express, una societa’ ucraina specializzata in media e consulenza militare, per un attacco in Italia saranno utilizzati gli Shahed-136 / Geran-2.
Il drone Shahed-136 / Geran-2 e’ un “drone suicida” progettato dall’azienda aeronautica iraniana Shahed e costruita dalla Iran Aircraft Manufacturing Industries Corporation (HESA). In servizio dal 2021, quest’arma, nota anche con il nome russo Geran-2 (“Geranio-2”), è stato progettato per colpire bersagli a terra, eludendo le difese aeree, in un raggio di circa 2500 km dal sito di lancio.
Il drone è lungo circa 3,5 metri, mentre la sua apertura alare arriva a 2,5 metri nella parte posteriore. Pesante circa 200 kg, di cui 40 costituiti dall’esplosivo trasportato.
Lo Shahed 136 è in grado di volare per 2500 km a una velocità massima di 185 km/h.
L’ala dello Shahed 136 ha una caratteristica forma a delta, alle cui estremità sono presenti due derive. La fusoliera, centrale, nella sua parte posteriore, ospita il motore e l’elica a due pale da esso azionata; nella parte anteriore sono invece presenti la testata esplosiva e l’ottica necessaria a portare un attacco quanto più preciso possibile.
Il drone raggiunge la propria destinazione attraverso coordinate GPS introdotte prima del lancio per poi volare autonomamente puntando verso un obbiettivo fisso.
Margine di errore tra i 10 ed i 25 metri.
Volando a una quota molto bassa e a una velocità relativamente elevata, ne risulta difficile l’individuazione in tempo utile da parte delle difese antiaeree nemiche.
Il prezzo? E’ stimato tra i 20.000 ed i 70.000 dollari Usa.
Ma il prezzo reale e’ quello che pagheranno le vittime per un suo attacco suicida.
Personalmente non credo che la Russia provochera’ l’Italia.
Riccardo Cacelli
r.cacelli@uam-vertiports.com


