Premio Elsa Morante, Camilleri: “abbiamo a che fare con amministrazioni cieche che non riconoscono la differenza tra la fiera del cinghiale e la poesia”

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Sabato 21 maggio si svolgerà il prestigioso Premio Elsa Morante Ragazzi.

Oltre mille alunni delle scuole coinvolti nella lettura dei libri. Primo evento culturale in Campania per riscontro sulla stampa nazionale e internazionale. Tutto esaurito al Testro di Corte già da quindici giorni prima della manifestazione. Grandi nomi e grandi libri. In giuria Dacia Maraini (presidente), Francesco Cevasco, Enzo Colimoro, Maurizio Costanzo, Chiara Gamberale, Emanuele Trevi, Teresa Triscari, Tjuna Notarbartolo (direttore della manifestazione).

I premiati: Giovanni Allevi, Ennio Cavalli, Chiara Letta. Grandi editori a Napoli per aggiudicarsi il titolo e numerosi giornalisti accreditati per scrivere un’altra importante pagina.

“Credo che sia importante cercare di mettere a contatto il mondo dei libri e delle idee con i ragazzi. E’ una bella cosa potere dare loro l’occasione di incontrare persone che hanno dedicato la vita alla creatività. Quest’anno la giuria, all’unanimità, ha scelto di attribuire il Morante Ragazzi ai tre bei libri di Giovanni Allevi, Ennio Cavalli e Chiara Letta che certamente terranno compagnia, con la loro intelligenza, le loro invenzioni, la loro profondità, ai giovanissimi lettori che con tanto entusiasmo partecipano al Premio. Spesso si parla di questi ragazzi come apatici e insensibili. Ma noi possiamo dire, dopo 25 anni di Premio Morante, che sotto questa apparenza di disinteresse per la cultura, si nascondono inquietudini e bisogni che ogni tanto esplodono con forza. Il bisogno di bellezza, il bisogno di giustizia, il bisogno di conoscenza. Peccato che realizzare un evento di tale portata in Campania stia diventando sempre più difficile, data la evidente mancanza di fiducia delle istituzioni nella cultura. Eppure è una cosa talmente bella che andrebbe celebrato un Premio Elsa Morante ogni mese”
Dacia Maraini

“E’ imbarazzante portare nella nostra regione nomi illustri di livello nazionale ed internazionale e dover spiegare che gli assessorati al ramo hanno sostenuto di tutto, (basta leggere il bilancio regionale) ma non il Morante. Al premio Elsa Morante Ragazzi hanno assegnato zero: il premio è completamente autofinanziato. Eppure, è la prima manifestazione culturale della Campania per riscontro sui media nazionali, per il numero di persone coinvolte, per il prestigio dei nomi e la qualità delle scelte”
Tjuna Notarbartolo

“A Bratislava, dove dirigo il locale Istituto Italiano di Cultura, sono stata sollecitata, come membro della giuria del Premio Elsa Morante di cui mi onoro di far parte, a fondare una sezione del prestigioso Premio. E’ così sorto, qualche anno fa, l’“Elsa Morante- Cinema-Bratislava” , che ogni anno premia un regista italiano, un regista slovacco e un traduttore che, con la sua opera, contribuisce alla diffusione della nostra lingua e della nostra cultura. Non ho avuto difficoltà a trovare sponsor in loco. Ho invece qualche difficoltà a dover spiegare, come giurato, che i nostri enti locali non sostengono un Premio così altamente educativo come l’ “Elsa Morante Ragazzi” che ogni anno vede la partecipazione di un foltissimo pubblico di giovanissimi entusiasti di essere coinvolti nel Premio e nella lettura in veste di giuria esterna. Aiutiamo i nostri ragazzi a crescere! “
Teresa Triscari

“Sepolte da tonnellate di rifiuti, nascoste dentro i cassonetti della spazzatura, le istituzioni pubbliche della Campania non si sono accorte della voglia di cultura che i giovani esprimono anche con la straordinaria partecipazione al Premio Elsa Morante Ragazzi. Una classe dirigente lontana dalla cultura e dai giovani non ha futuro”.
Francesco Cevasco

“È impensabile che in una terra come la Campania, produttrice naturale di cultura e eccellenze intellettuali, le istituzioni non riescano a cogliere l’importanza e la necessità di favorire lo sviluppo e la programmazione culturale. La disattenzione della Regione Campania sul Premio Morante è stata totale. Mi dispiace per il Presidente e l’Assessore alla Cultura che sicuramente hanno perso un’ottima occasione per far sì che in un momento in cui si parla malissimo di noi – munnezza, sicurezza, lavoro, carenza di case – non hanno visto nei ragazzi del Morante la possibilità di riscatto di una terra troppo mortificata e violentata. Questo non può solo passare per disattenzione delle istituzioni, è dolo. Soprattutto da parte di chi ha la delega diretta alla Cultura. Sarà il caso di rivedere molte cose e bisognerebbe partire dal mettere insieme tutti quelli che si occupano e preoccupano veramente di fare cultura. Per vigilare, controllare e, se necessario, denunciare”.
Enzo Colimoro

“Mi unisco a quanto detto da Dacia Maraini e dagli altri giurati del Premio Elsa Morante e provo sempre più spesso vergogna per un Paese come il nostro che colpisce con metodo e buona mira ogni attività culturale. Proviamo a dimetterci dall’essere italiani.”
Maurizio Costanzo

“Provo vergogna per tutti quegli “addetti ai lavori” che non sono consapevoli di quale sia il loro lavoro. Legare il nome della propria città ad Elsa Morante è un privilegio, dovrebbero essere le stesse istituzioni a richiedere la partecipazione ad un evento così importante. In Italia, e non solo a Napoli, oggi non succede così abbiamo a che fare con amministrazioni cieche che non riconoscono la differenza tra la fiera del cinghiale e la poesia. Sono certo però dall’alto dei miei 86 anni che presto tutto cambierà. E mi chiedo come si troveranno questi “addetti ai lavori” a presentare la fiera del cinghiale..”
Andrea Camilleri

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1 Commento

  1. Non mi meraviglio più del comportamento becero della classe dirigente partenopea, cieca davanti ad eventi culturali di prestigio quali il Premio ‘Elsa Morante’, uno dei pochi fiori all’occchiello della nostra cultura. Sono stato sempre convinto -e rimarrò tale- che classe politica e cultura non modulano sulla stessa frequenza d’onda, e quei pochi eventi ‘pompati’ e ‘super-finanziati’ sono la palese espressione di una cultura asservita al potere, al fine di dare lustro al potente di turno.
    Gildo De Stefano

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