Viene riproposta, con l’introduzione di Leopoldo Carra, una delle ultime opere della produzione letteraria di Jean Giono. Il Disertore è veramente esistito. Di lui si conoscono soltanto due dettagli: la nazionalità, francese, e il desiderio di fuga, urgente, necessario, vitale. Era un assassino, un cospiratore, o era stato notaio, o addirittura vescovo? Non si sa. Ma Jean Giono trasforma una sorta di bizzarra indagine – su un personaggio reale – in un lungo e appassionante racconto, descrivendo le scelte e le sorti di questo vagabondo ottocentesco mentre varca un passo alpino tra la Francia e la Svizzera. Questo personaggio, solitario e sfuggente, è tormentato da una sola e grande paura: i gendarmi. Perché, anche se non ha fatto nulla, chi è povero e viaggia “senza documenti” non può mai fidarsi dei rappresentanti dell’ordine. Ma in un villaggio del Vallese, il Disertore sarà accolto da gente semplice come lui e scoprirà la sua straordinaria vocazione: dipingere immagini sacre; o meglio, ritrarre, sotto le spoglie di santi, gli uomini e le donne della valle. E in quest’arte troverà anche il riscatto per la propria anima.
“Il Disertore”, di Jean Giono (Ed. Guanda, trad. di Patrizio Bocconi, pp. 96, euro 11,00).