Nigerian Connection: dalla tratta alla prostituzione

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Da Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riceviamo e pubblichiamo

Ogni anno decine di migliaia di africani occidentali emigrano in Europa alla ricerca di una vita migliore. Ma per alcuni di loro la ricerca si concluderà in tragedia, in quanto vittime di gang mafiose che predano le speranze dei disperati. Nel sud Italia, sono le donne nigeriane le più sfruttate, fino a finire intrappolate nel mondo da incubo del commercio del sesso.

Secondo lo United Nations Interregional Crime Research Institute, l’Italia ora è la destinazione principale per più di 10.000 prostitute nigeriane, vittime del traffico da Benin City a città europee.

Il gioco è facile per loro in Italia per l’elevato numero di clienti italiani che cercano giorno e notte le prostitute

Ma il traffico nigeriano di esseri umani è spesso associato con il contrabbando di droga.
Le donne e le ragazze sono spesso costrette a sottoporsi ad un giuramento con un rituale voodoo detto “Juju” che le impegna a rimborsare i soldi che devono ai loro contrabbandieri, pena la morte.

Quando arrivano in Europa, scoprono che l’unico modo per farlo è accettando di lavorare nel commercio del sesso. Le ragazze spesso pensano che, una volta giunte in Italia, avranno l’occasione di studiare o lavorare per migliorare le condizioni economiche proprie e della famiglia rimasta in Nigeria ma, attualmente circa il 70% di loro sanno già dal Paese di origine che si dovranno prostituire anche se non sono consapevoli del modo in cui eserciteranno la prostituzione né delle condizioni cui saranno soggette.

Una volta arrivate in Italia, le ragazze vengono consegnate alla maman che le priva dei documenti e degli effetti personali. Offre loro un posto in cui vivere (posto che dovranno pagare), una sorta di preparazione al lavoro che dovranno svolgere oltre ad adoperarsi a subordinare le ragazze anche attraverso rituali magici affinché il loro grado di soggezione sia sufficiente ad assicurarsi la loro obbedienza.

Sulle strade della provincia di Lecce si nota una massiccia presenza di prostitute nigeriane che aumentano di numero con l’arrivo dei lavoratori africani giunti a frotte da varie parti d’ Italia per la raccolta dei cocomeri e dei pomodori. Le donne arrivano da Bari con il treno alla stazione di Lecce la mattina alle 7,30, avviandosi poi per via Lequile passando per il sottopassaggio dove si fermano. Lì ad aspettarle ci sono gli italiani che in cambio di una prestazione sessuale gratuita le accompagnano sino alla SS 16 tra Lequile e Nardò dove le lasciano.

La sera ritornano in provincia di Bari da dove sono arrivate. Alla fine della stagione della raccolta alcuni dei clienti avranno contratto malattie veneree.

Secondo Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, questa organizzazione è più forte che mai.

Dobbiamo fermarli prima che prendano il pieno controllo della nostra regione evitando di contribuire ad alimentare il mercato della prostituzione da tratta.

Giovanni D’AGATA

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