Londra – Il 2011 è stato un anno di alti e bassi per il settore private equity, in cui la prima metà dell’anno ha goduto dello slancio del 2010 e la seconda metà è stata colpita dalla congiuntura economica globale. La paura di una doppia recessione e dei downgrade del credito in occidente ha influenzato il settore private equity per quanto riguarda la raccolta fondi, l’attività e l’esito finale dei deal. Tuttavia, i fondi finanziari e immobiliari diversificati continuano a rappresentare investimenti attraenti, laddove le tecnologie finanziarie costituiscono l’opportunità più interessante. Le economie emergenti hanno un forte potenziale.
Una nuova analisi di Frost & Sullivan (http://www.financialservices.frost.com), intitolata “Private Equity and Venture Capital Investment Trends in the Financial Services Industry in Europe” ha rilevato che i private placement nel settore dei servizi finanziari in Europa nel 2011 sono diminuiti del 30% rispetto al 2010. La dimensione media dei deal nel settore è inferiore, il che indica un declino nella fiducia degli investitori.
“L’anno scorso banche e assicurazioni hanno assistito a un crollo delle attività di private equity – afferma Sheetal Kothari, analista finanziario di Frost & Sullivan -. Anche il tempo medio impiegato per la raccolta fondi è aumentato significativamente di oltre l’80% (da 11 mesi a 20 mesi) tra il 2006 e il 2011. Inoltre, I fondi raccolti nel 2011 sono stati inferiori a quelli relativi al ciclo di fund raising del 2005-2008. A causa della crescita pigra e del maggior rischio associato alle economie sviluppate, la raccolta fondi continuerà a rappresentare una sfida nel 2012-2013.”
“Con un quantitativo insostenibile di fondi “dry powder”, le società di private equity si trovano ad affrontare una crescente pressione ad utilizzare il denaro raccolto nel precedente ciclo di fund raising – osserva Kothari -. Tuttavia, le aziende sotto stress sono riluttanti a svendere in questa fase di incertezza economica a causa dei problemi relativi alla corretta valutazione delle proprie aziende.”
La tendenza delle attività dei deal per i private placement nel settore dei servizi finanziari assomiglia molto a quella del mercato del private equity nella sua totalità. Sebbene ci sia stato un importante recupero del volume dei deal dopo la crisi del 2008, gli investimenti complessivi nei servizi finanziari hanno avuto una tendenza negativa dal 2008 in poi.
“Le ragioni del calo dell’attività sono da ricercarsi nella debolezza dei mercati finanziari e dei capitali, nella bassa fiducia degli investitori, nei downgrade del credito e nella crisi dell’Eurozona, tutti motivi che hanno portato gli investitori a cercare nuove strade e nuovi settori di investimento”, commenta Kothari.
Con molti partner limitati che stanno rivalutando l’allocazione dei propri investimenti attuali nel settore private equity, sta diventando sempre più importante guardare al di là delle proprie fonti di capitale usuali.
Le statistiche relative alle attività di raccolta fondi nel 2011 indicano che l’Asia e il resto del mondo hanno ottenuto il 22,4% dei fondi di private equity raccolti a livello globale nel corso dell’anno. Questa cifra va confrontata con l’8,6% del 2003 e il 15,9% circa del capitale investito nel 2006 nella stessa area geografica.
Inoltre, alcuni studi mostrano che gli investitori di queste regioni potrebbero aumentare le proprie allocazioni nella classe di investimento dei private equity nei prossimi 10 anni. Ciò rafforzerebbe il ruolo sempre crescente che queste regioni avranno nel settore in futuro. I fondi di private equity, pertanto, devono ampliare il proprio raggio d’azione per il fund raising a nuove regioni e cercare potenziali investitori in economie al di fuori dell’Europa e del Nord America.
“Le economie emergenti forniscono una via attraente per il disinvestimento agli investitori che sono disponibili ad ampliare il proprio raggio d’azione – suggerisce Kothari -. Questi Paesi offrono migliori opportunità di raccolta fondi e un più ampio terreno di crescita rispetto ai Paesi sviluppati nell’attuale panorama economico.”
Per maggiori informazioni su questo studio, si prega di contattare Chiara Carella, Corporate Communications di Frost & Sullivan, all’indirizzo chiara.carella@frost.com.
Lo studio “Private Equity and Venture Capital Investment Trends in Financial Services Industry in Europe” (M7FB) fa parte del programma Financial Benchmarking in the Business and Financial Services Industry, che comprende anche ricerche nei seguenti mercati: “Analysis of Private Equity and Venture Capital trends in Financial Services Industry in North America”, “Industry Snapshot of Global REITs sector”, “Industry Snapshot of Global Insurance Sector” e “Financial Assessment of Global Banking Industry”. Tutti i servizi di ricerca inclusi nel pacchetto forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.
Il gruppo Business and Financial Services di Frost & Sullivan serve clienti in tutto il mondo ed in tutti gli aspetti dell’analisi finanziaria, della ricerca e osservazione del mercato, due diligence, generazione di idee, analisi delle opportunità, valutazione degli investimenti e altre ricerche proprietarie.