La rimozione rimozione del memoriale italiano da Auschwitz

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Gherush92, Committee for Human Rights, ha incontrato rappresentanti del Governo Polacco per bloccare la rimozione del Memoriale Italiano da Auschwitz e ottenere la sua immediata riapertura al pubblico. Gherush92 si appella al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, alla Corte Penale Internazionale, alla Corte Internazionale di Giustizia, all’UNESCO, al Governo Polacco e al Governo Italiano affinché il Memoriale Italiano non venga rimosso dal Blocco 21 del Campo di Sterminio di Auschwitz.

Il Memoriale Italiano, la più importante e rappresentativa opera d’arte italiana del Novecento, ideato e realizzato contestualmente alla dichiarazione di Auschwitz sito UNESCO 1979, ne fa parte integrante e, pertanto, è patrimonio mondiale dell’umanità. Non è un’istallazione museale temporanea ma un’opera d’arte monumentale di importanza nazionale ed internazionale, plastica, pittorica, musicale, testuale ideata e realizzata da artisti di attestata esperienza e comprovata celebrità. Il suo contesto, il Blocco 21 e il campo di Auschwitz, è parte dell’opera d’arte così  come i testi, le pitture, la musica, l’architettura del monumento e la rimozione del Memoriale  equivale alla sua distruzione.

La rimozione del Memoriale, che ricorda e celebra tutti gli italiani, donne e uomini ebrei, rom, omosessuali, dissidenti politici, deportati nei campi di concentramento nazisti, fra i quali gli stessi autori dell’opera d’arte, è un crimine contro l’umanità. L’accusa include fra i casi perseguiti, oltre a genocidio, pulizia etnica, sterminio di massa, deportazione e sparizione forzata, anche la distruzione di opere d’arte di grande valore. E’ anche una violazione del Diritto Internazionale che vieta di compiere atti vandalici e di ostilità diretti contro i monumenti storici, le opere d’arte o i luoghi di culto che costituiscono il patrimonio culturale o spirituale dei popoli. La rimozione dell’opera d’arte dal suo naturale contesto è anche una violazione della Convenzione Internazionale per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale dell’UNESCO che preserva le opere d’arte da ogni forma di degrado e mutamento ambientale, sociale, politico.

La rimozione del Memoriale, opera d’arte commemorativa, censurata e chiusa al pubblico dal 2011, di indiscutibile valore simbolico, evocativo, educativo, un luogo di raccoglimento e di ricordo, la cui eredità culturale è dell’intera nazione, uno dei primi esempi di arte multimediale realizzata nel pieno rispetto delle caratteristiche architettoniche esistenti, costituisce una forma di revisionismo storico di base politico-ideologica in un luogo dedicato alla memoria. Impedirne oggi l’accesso e la fruizione costituisce una violazione dei Diritti Umani e della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, il diritto all’istruzione, alla libertà di opinione ed espressione, il diritto di proprietà intellettuale, dei diritti politici  e culturali  e disattende l’impegno dei Paesi a consolidare il rispetto e l’attaccamento dei popoli al proprio patrimonio culturale, mina l’architettura dei diritti riconosciuti nella Costituzione Europea e nella Convenzione Internazionale sui  Diritti Economici Sociali e Culturali delle Nazioni Unite.

La conservazione in situ del Memoriale Italiano nel Blocco 21, elemento integrante dell’opera, che rischia di essere trasferito dalla sua sede naturale per volontà e decisione del Museo di Auschwitz, del Governo Polacco e per disinteresse del Governo Italiano, è una questione di rilevanza internazionale che dovrà essere definitivamente garantita. L’opera d’arte, il cui sommo valore educativo permane, evoca i diritti lesi dei prigionieri civili sterminati, dalle cui ceneri nascono le Convenzioni di Ginevra, le Convenzioni sui Diritti Umani e le Corti di Giustizia, che sono il fondamento della nuova Europa che gli Autori intendono esaltare e che oggi qualcuno intende rinnegare.

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2 Commenti

  1. Assolutamente d’accordo! Il nostro memoriale fatto da prigionieri dei campi di sterminio non si tocca! Muoviamoci tutti per salvarlo prima che sia troppo tardi!

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