Emergenza immigrazione dal nord Africa

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Documento unitario dei sindacati della Polizia di Stato. Riceviamo e pubblichiamo.

La situazione paradossale con cui l’Italia sta affrontando l’emergenza immigrazione dai
paesi del nord Africa, non ha precedenti nella storia europea e sta provocando continue
emergenze e giustificati allarmismi tra la popolazione locale e le forze di polizia, al fine
di fronteggiare lacune normative ed organizzative di un Governo miope che tende a
sminuire la reale portata di tale situazione, vantando soluzioni e risultati inesistenti.
L’attuale emergenza umanitaria si sta oggi trasformando in una situazione disumana di
portata epocale, trasferendo migliaia di profughi lungo il nostro paese, senza
preoccuparsi dell’aspetto umano, ovvero obbligandoli a viaggi massacranti per una
assurda distribuzione sul territorio, tralasciando ogni aspetto collegato alle esigenze
primarie del cibo, del vestiario, del riposo, dell’assistenza sanitaria, etc., in netto
contrasto con le elementari norme sul rispetto dei diritti umani.
L’incapacità del Governo centrale e degli Amministratori locali nel reperire strutture
idonee dove procedere al controllo e identificazione degli immigrati, sta provocando il
collasso dell’intera Questura di Venezia e delle sue articolazioni periferiche, a danno
dell’intera cittadinanza, con la continua riduzione del controllo del territorio,
aumentando il ritardo nella trattazione delle quotidiane istanze di soggiorno, ben consci
del fatto che il nostro paese è considerata una meta di transito e non di soggiorno.
Il risultato è che l’Ufficio Immigrazione della Questura è stato lasciato solo a gestire il
continuo arrivo dei migranti, per soddisfare le continue richieste che l’Europa sta
facendo all’Italia, con organici e mezzi insufficienti.
Ciò che dovrebbe essere un problema della Prefettura, degli Enti locali e delle
associazioni umanitarie, quali Caritas e Croce Rossa, è stato oggi trasformato in
emergenza di ordine e sicurezza pubblica, sulla pelle dei poliziotti.
Il tutto aggravato da un Questore che con i recenti trasferimenti interni non ha voluto
considerare le reali esigenze sul fronte immigrazione e controllo del territorio, andando a
privilegiare settori interni del suo Ufficio di Gabinetto che nulla hanno a che vedere con
l’emergenza in atto.
A nulla sono valse poi le iniziative sino ad oggi poste in essere dalle varie Organizzazioni
Sindacali, con la richiesta di incontro urgente presentata l’11 giugno u.s., per trovare
soluzioni che diano un pò di respiro al personale che sta ormai lavorando da tempo al di
fuori delle elementari regole contrattuali.
Il tutto, con l’unico e naturale intento di far rientrare l’emergenza profughi tra le priorità
della Questura di Venezia, nel rispetto dei propri limiti e competenze, sulla base di
quanto stabilito anche dal D.Lgs. 81/08 sulla sicurezza negli ambienti di lavoro che, per
la Polizia di Stato, sembra essere stato cancellato.
Quello che oggi maggiormente preoccupa, è la totale assenza di dialogo e di confronto
con le OO.SS. della Polizia di Stato che sta portando al collasso le varie articolazioni
della Questura di Venezia.
La mancata volontà di avviare e costruire serie e proficue relazioni sindacali, ha come
conseguenza incontrovertibile che tutti gli uffici della Questura non funzionano più e la
prima conseguenza la rileviamo presso il settore dell’Immigrazione, dove molti colleghi
stanno presentando domanda di trasferimento per altri Uffici, dopo aver preso atto delle
continue disfunzioni e disorganizzazione dei continui servizi disposti
dall’Amministrazione. Un’articolazione delicatissima, messa a dura prova con continui
impieghi nei servizi connessi all’accoglienza ed identificazione dei migranti, con delle
decisioni che ci lasciano a dir poco basiti, determinando l’inevitabile accumulo di
arretrato che a breve diventerà l’ennesima emergenza. A ciò si deve aggiungere l’assenza
di qualsiasi strategia nelle sostituzioni del personale che è stato posto in quiescenza e di
coloro che vi accederanno a breve, senza tener conto che si sta parlando di delicati ruoli
di responsabilità.
Il tutto, con un Questore che nelle sedi opportune (Comitato provinciale per l’ordine e la
sicurezza pubblica) non è stato in grado, sino ad oggi, di far concorrere adeguatamente
tutte le Forze di polizia presenti sul territorio sul fronte immigrazione, facendosi carico
anche del problema dell’accompagnamento dei minori presso le strutture ricettive
opportunamente individuate, senza tener presente che la norma prevede che tale
incombenza sia a totale carico dell’Amministrazione comunale.
Per tale motivo, dopo aver preso atto della mancata volontà del Questore di Venezia di
procedere ad un confronto per il raggiungimento di un’intesa sulle procedure
organizzative da attuare per la gestione dei flussi migratori provenienti dal nord africa,
le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno richiesto un incontro urgente al Prefetto di
Venezia, non considerando più il Dr. Angelo SANNA valido ed idoneo interlocutore per
la soluzione delle problematiche esposte, al fine di rappresentare le oggettive
problematiche quotidianamente riscontrare dagli operatori della Polizia di Stato sul
fronte del contrasto dell’immigrazione clandestina e la gestione dei profughi provenienti
dal nord africa, con inevitabili ripercussioni sui servizi svolti a tutela dell’ordine e della
sicurezza pubblica, a danno dell’intera cittadinanza che si vede limitare, se non privare,
dell’essenziale supporto del soccorso pubblico.

Quanto occorso nella giornata di ieri e da quanto si sta già riscontrando nella
mattinata odierna, non ha precedenti nella storia del nostro paese, trasformando una
situazione umanitaria in un dramma di indescrivibile emergenza, a causa delle
palesi negligenze e sottovalutazioni delle Autorità competenti.
Nella giornata di ieri i TRENTA Eritrei che sono stati accompagnati all’interno
della Questura di Venezia, vigilati solo da DUE Agenti di Polizia e DUE Carabinieri,
nel tentativo di darsi alla fuga per non essere fotosegnalti, hanno creato
situazioni di panico , compromettendo la sicurezza e l’incolumità dei pochi
operatori di polizia intervenuti al fine di farli desistere dallo scavalcamento del
muro di cinta, obbligando alcune Volanti all’immediato rientro dal controllo del
territorio, rimasto scoperto per tutta la serata.
Una situazione emergenziale di ordine pubblico all’interno degli Uffici di Polizia
che ha già visto un ferito nei giorni scorsi, a causa della “battaglia corpo a
corpo” che il Governo ci obbliga a fare nei confronti di persone disperate che
fuggono da paesi in guerra, senza fornire adeguato supporto (mezzi e uomini) per far
fronte ad un dramma che non ha precedenti nella storia.
Oggi sono giunti a Venezia altri CINQUANTA Palestinesi, con una ventina di minori,
in condizioni pietose e senza alcuno strumento per poterli assistere dignitosamente,
con l’unico ed evidente obiettivo di trsferirli nel più breve tempo possibile in
strutture ricettive del litorale (Eraclea o Jesolo), come dei numeri e non essere
umani.

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