Ue, procedura di infrazione nei confronti dell’Italia

Italia presa di mira dalla commissione Ue per via di violazioni di norme appartenenti agli appalti pubblici

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La Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti di Italia, Danimarca, Olanda, Polonia e Portogallo per non aver applicato correttamente le norme Ue in materia di appalti pubblici. In modo più particolare è stata presa di mira proprio l’Italia per “l’aggiudicazione diretta a fornitori nazionali” di sei pattugliatori polivalenti d’altura, violando le norme sugli appalti nel settore della difesa.

“Sin dall’inizio del suo mandato, la Commissione Juncker si è impegnata per costruire un’Europa forte, in grado di difendere e proteggere i suoi cittadini sul suo territorio e all’estero. Quest’ambizione non può diventare realtà senza mettere in comune gli investimenti nel settore della difesa e senza rafforzare le condizioni per un mercato della difesa aperto e competitivo in Europa”, scrive Bruxelles.

La commissione ha contestato la violazione della direttiva appalti, per cui “le amministrazioni aggiudicatrici siano tenute ad aggiudicare gli appalti – ad eccezione di casi rigorosamente definiti – mediante una delle procedure stabilite all’articolo 25 della direttiva 2009/81/CE e a rendere note le loro intenzioni pubblicando un bando di gara nella banca dati Tenders Electronic Daily (TED)”.

L’Italia al contrario avrebbe assegnato l’appalto per i sei pattugliatori tramite l’Occar, l’organizzazione sovranazionale per la cooperazione in materia di armamenti. Bruxelles afferma che la metodologia dell’Italia sia stata un espediente per evitare la gara d’appalto a condizioni di mercato.

 

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