DOVE NASCONO I GIOCATTOLI NASCE ANCHE IL SENSO DEL MONDO

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Il Natale, per i bambini della prima infanzia, è un linguaggio emotivo, un tempo simbolico, uno spazio in cui immaginazione e relazione diventano strumenti di apprendimento. È da questa consapevolezza che al Plesso Infanzia Giardini ha preso vita la Fabbrica dei Giocattoli del Regno di Babbo Natale: non un semplice allestimento, ma un vero ambiente educativo costruito insieme ai bambini, passo dopo passo, gesto dopo gesto.

ENTRARE NEI PANNI DEGLI ELFETTI PER IMPARARE A STARE INSIEME

È quanto fa sapere la direttrice della Cooperativa Maya, la pedagogista Teresa Pia Renzo, spiegando come l’esperienza sia nata dall’idea di costruire un ambiente narrativo nel quale i bambini potessero sentirsi protagonisti attivi. Vestiti da elfetti ed elfette, i piccoli hanno abitato simbolicamente il Regno di Babbo Natale, assumendo ruoli, compiti e responsabilità, proprio come avviene nei contesti di apprendimento più autentici, quelli in cui il gioco diventa linguaggio educativo.

UN MONDO COSTRUITO CON LE MANI, NON CON LO SCHERMO

Un panorama realmente fantastico che ha preso forma attraverso materiali semplici e di recupero: cartoni, scatole, oggetti trasformati. Un trenino pronto a partire dal Polo Nord, una grande mappa del mondo a indicare le destinazioni, una bussola, una cassetta della posta colma di letterine, un focolare simbolico, un albero di Natale luminoso e armonico. Tutto è stato progettato, realizzato e animato dai bambini con il supporto delle educatrici, dando valore alla manualità, alla motricità fine, alla capacità di trasformare ciò che è semplice in qualcosa di significativo.

IL RICICLO COME PRIMO GESTO DI RESPONSABILITÀ

Utilizzare esclusivamente materiali di recupero – ricorda la Direttrice – non è stata una scelta estetica, ma pedagogica. Attraverso il riciclo i bambini hanno interiorizzato, in modo naturale, il rispetto per le risorse, la cura dell’ambiente, la possibilità di dare nuova vita alle cose. È in queste esperienze concrete che nasce la prima educazione alla sostenibilità, fatta non di divieti ma di possibilità.

RACCONTARE, ASCOLTARE, IMMAGINARE: IL LINGUAGGIO DELLE FIABE

La Fabbrica dei Giocattoli è diventata anche spazio narrativo. Le educatrici hanno accompagnato i bambini attraverso racconti, fiabe, canzoni legate al Natale, stimolando il linguaggio, l’ascolto, la comunicazione emotiva. Raccontare il Regno di Babbo Natale – dice ancora la pedagogista – ha significato dare forma ai desideri, alle attese, alle emozioni, permettendo ai bambini di riconoscerle e condividerle.

INCLUSIONE COME ESPERIENZA VISSUTA, NON DICHIARATA

Ogni bambino ha trovato il proprio spazio all’interno della Fabbrica. Nessuno spettatore, nessun escluso. L’inclusione – aggiunge – non è stata dichiarata, ma praticata attraverso la costruzione di un ambiente accogliente, cooperativo, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. In questo spazio simbolico, ogni contributo è stato necessario, ogni presenza importante.

IL LEGAME CON LE FAMIGLIE: COMUNITÀ EDUCANTE CHE CRESCE INSIEME

Fondamentale è stato il coinvolgimento delle famiglie di Bisignano, chiamate non solo ad assistere ma a partecipare attivamente alla realizzazione della Fabbrica e al laboratorio creativo. Questo legame scuola-famiglia – conclude Teresa Pia Renzo – ha rafforzato il senso di comunità educante restituendo al Natale il suo significato più autentico: stare insieme, costruire insieme, crescere insieme. –

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