Unicoop esce dal capitale di Ltm

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LIVORNO. Dopo la guerra su Tirrenia, Ltm e Unicoop si sono separate. Con reciproca soddisfazione, come quelle coppie che non riescono neppure più a guardarsi. Unicoop Servizi ha ceduto la quota (10%) che deteneva nel capitale di Ltm agli altri due soci, Compagnia Portuale e Agemar, che rileveranno il 5% ciascuno. Nelle casse della coop guidata da Maurizio Lucarelli finiranno 600mila euro, che consentiranno il pagamento di tredicesime e quattordicesime.
 I 150 soci di Unicoop Servizi passeranno un Natale più sereno grazie al “senso di responsabilità” di Ltm. Davvero generosa se si pensa che Unicoop – ma l’Impresa, quella di Cristiano Lucarelli, comunque partecipata al 25% della cooperativa – le ha appena soffiato un importante traffico, quello di Tirrenia, e in una maniera che ha fatto discutere: offrendo un maxi-ribasso (confermato, trattasi di 750mila euro in meno all’anno) e scomodando un ministro pur di convincere la compagnia pubblica a cambiare scalo. Ma a Natale siamo tutti più buoni.
 «L’abbiamo fatto per quei 150 lavoratori senza tredicesima» spiegano dal terminal partecipato da Compagnia Portuale e privati. Anche il presidente dell’Autorità Portuale Roberto Piccini ha detto di aver concesso l’uso temporaneo del Molo Italia «per i lavoratori di Unicoop». Che rivelano un potere di persuasione non sospettabile in questa misura, capace di far cambiare idea dalla mattina alla sera. Forse anche perchè a giugno si vota.
 La questione occupazionale di Unicoop ha fatto breccia anche nel consiglio d’amministrazione della società che la stessa Unicoop ha beffato. Epperò, a grattare la carta delle motivazioni ufficiali, si scopre sotto pure un’altra ragione del divorzio, inconfessabile: in Ltm non si fidavano più del socio Unicoop Servizi e sono stati ben contenti di toglierselo d’intorno.
 Le ragioni di questa sfiducia sono intuibili. I contatti tra la compagnia pubblica di navigazione e Unicoop Impresa sono cominciati prima che la disdetta arrivasse a Ltm, dunque già in settembre. E Maurizio Lucarelli, che è amministratore delegato di Unicoop Impresa, era al corrente di tutto. Ma non ne ha mai fatto cenno nelle riunioni di Ltm, di cui è consigliere d’amministrazione. Per eliminare il nascente conflitto d’interessi – amministratore delegato di un’impresa che sta per sottrarre un cliente ad un’altra azienda di cui è consigliere – Lucarelli si è poi dimesso dal “board” di Ltm.
 Si aggiunga, a rendere il clima più indecifrabile, il “giallo” della disdetta del contratto inviata da Tirrenia e notificata alla Ltm il 3 ottobre ma spuntata fuori solo un mese e mezzo dopo, quando la vicenda è finita sui giornali. E dopo che il presidente di Ltm Renzo Conti si era esposto pubblicamente per giurare che Tirrenia non aveva disdettato alcunchè. Conti sta cercando di capire se qualcuno gliela abbia nascosta oppure se sia stata semplicemente sottovalutata.
 Insomma, dentro Ltm i rapporti non erano più sereni e allora si è deciso di fare una scelta di chiarezza, di trasparenza. Fra l’altro, era almeno un anno che Unicoop Servizi aveva chiesto di essere liquidata da una partecipazione ritenuta non strategica per fare cassa: «tanto Ltm chiamava al lavoro solo i portuali della Compagnia e di Agelp…» dicono quelli di Unicoop. Richiesta che gli altri soci della Ltm sono stati lieti di accogliere.
 Con l’atto notarile sottoscritto ieri, Unicoop Servizi potrà mettere all’incasso la vendita della quota e pagare tredicesime e quattordicesime. In attesa che la Lega Cooperative – con il piano di risanamento che sta redigendo in questi giorni – garantisca per il prestito di 1 milioni di euro di Fiditoscana.
Cristiano Meoni, da “Il Tirreno”, 23 dicem. 2008

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