Amadio (An), “Regione matrigna”

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Firenze – Tutti i Comuni della disciolta Comunità montana dell’Arcipelago toscano, la maggioranza di essi o la metà se costituiti da una consistente quota della popolazione complessiva, possono istituire una Unione di Comuni. E’ quanto prevede una legge, approvata oggi a maggioranza dal Consiglio regionale con il voto contrario del centrodestra. Tra gli interventi, per il centrodestra, hanno preso la parola Marco Carraresi (Udc), Leopoldo Provenzali (Fi-Pdl) e Marcella Amadio (An-Pdl), che ha nuovamente sottolineato la necessità di un referendum definendo la Regione «una matrigna nei confronti delòl’Elba perché non pensa ai reali problemi di chi vive su un’isola e prende decisioni con la tessera di partito in tasca». Per la maggioranza, sono intervenuti Mario Lupi (Verdi), per il quale la legge è una risposta alle problematiche dell’arcipelago e Luca Ciabatti (Prc) per il quale la legge va incontro al bisogno di un progetto unitario di interventi sul territorio. Ora le amministrazioni comunali hanno tempo fino al 31 gennaio 2009 per costituire l’Unione, la quale dovrà insediare i propri organi ed essere operativa entro il 15 febbraio mentre tutte le procedure dovranno comunque concludersi entro il 15 marzo.
«L’Isola d’Elba ha bisogno per il suo sviluppo di un governo unitario all’altezza delle attuali sfide globali». Lo ha detto l’assessore regionale alle riforme Agostino Fragai. «Se i poteri fossero passati alla Provincia – ha ricordato Fragai – sarebbe stata una centralizzazione che nessuno all’Elba vuole». A giugno la Regione aveva cancellato sei comunità montane su 20, tra queste anche la Comunità dell’Elba. Al suo posto i Comuni avevano la possibilità, prima della fine dell’anno, di dare vita ad un’unione dei comuni, che consentirà di continuare a gestire insieme i servizi ottimizzando le risorse. «Non comprendo – ha concluso Fragai – l’atteggiamento del centro destra che si è opposto al provvedimento, poichè si tratta di un’occasione per dare una svolta positiva in direzione di un governo più unitario dell’isola d’Elba. Un cambio di marcia atteso da cittadini e imprese che si misurano ogni giorno con i limiti di un sistema istituzionale frammentato».

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