Le famiglie bocciano il maestro unico

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Livorno – Maria Stella Gelmini? Bocciata. Il maestro unico? Non lo vuole nessuno (o quasi). Al primo vero appuntamento con gli «scrutini» sulle scelte della ministra dell’Istruzione, le famiglie livornesi hanno dato un giudizio inequivocabile. Il 28 febbraio si sono chiuse le iscrizioni alla prima elementare: qui da noi è confermatissimo il trend nazionale che ha visto il 90% dei genitori scegliere 30 e 40 ore. Si contano infatti sulla punta delle dita quelli che in città hanno scelto i modelli a 24 o 27 ore su cui puntava il ministero per il futuro (e per ridurre i costi della scuola). Nessun numero ufficiale: solo stamani le scuole forniranno una prima tranche di dati all’Ufficio scolastico provinciale.
 30 o 40 ORE E STOP. Ma è bastato ascoltare alcuni dirigenti scolastici dei circoli didattici per capire che di sonora bocciatura si è trattato. Le famiglie vogliono quello che negli ultimi anni hanno sempre chiesto: le 30 ore (l’ex modulo) e sempre più tempo pieno (40 ore). In molti scuole nemmeno una richiesta per le 24 ore: tra quelli contattati si arriva al massimo a 3 richieste per circolo didattico. Stessa storia (con una percentuale poco più alta) per le 27. E non c’è stata nemmeno quella fuga verso le scuole private, che qualcuno aveva ipotizzato: «Da noi – dicono ad esempio al Sacro Cuore e Santo Spirito – le iscrizioni sono in linea con i numeri degli altri anni». Ora però i nodi vengono al pettine: i genitori chiedono implicitamente qualità, ma nelle scuole si continua a navigare a vista («a quando la circolare sugli organici?»). Come non mai, è il refrain preferito, si dovrà ricorrere all’«arte dell’arrangio»: la vera specialità – ripetono i dirigenti scolastici – delle scuole italiane.
 TRA AUTONOMIA… C’è chi come al circolo didattico Benci (zona mercato centrale) punta tutto sull’autonomia. «La Gelmini – dice la dirigente scolastica Gianna Valente – continua a dire che con 24, 27 o 30 ore sarà sempre maestro unico. Per conto mio queste affermazioni sono ancora tutte da assodare». Su 155 iscritti nelle sue scuole: 68 chiedono le 30 ore, 85 il tempo pieno e solo 2 le 27. Nessuno le 24. «L’autonomia organizzativa e didattica spetta alle scuole o no? – dice Valente – l’articolo 117 della Costituzione non vale più? Quando avrò gli organici cercherò di utilizzare i miei insegnanti secondo le specializzazioni acquisite negli ultimi 20 anni. Il maestro tuttologo qui non ci sarà».
…E CAOS. Nessuna scelta per le 24 e 27 ore sui 175 iscritti del circolo didattico Brin (zona Fabbricotti), così come al circolo Collodi (Stazione) e al comprensivo Don Angeli (Sorgenti), «pochissimi» (parola del dirigente scolastico Marco Benucci) al circolo della Rosa. Il problema però è che nessuno sa se la grande richiesta delle 30 ore porterà al dietro-front del ministero (che finora puntava a un calcolo degli organici tarato sulle 27 ore). È dal 1º settembre che si vive nel caos: «ora manca la circolare sugli organici ed è un dramma – dice Giulio Canterini a capo del circolo Micheli dove i genitori hanno scelto per metà le 30 ore e per metà il tempo pieno – si vive in continua tensione: ai genitori bisogna dire aspettate, abbiate pazienza e questo non è corretto. Solo se avremo l’organico dello scorso anno potremo garantire ai genitori quanto ci viene richiesto».
 SALTI MORTALI. «Come sempre dovremo rimboccarci le maniche», dicono al comprensivo Bolognesi (elementari Modigliani e Campana), anche qui zero richieste per 24 e 27 ore: «faremo i salti mortali per garantire la qualità che prima potevamo dare grazie alle compresenze».
 Al circolo Carducci (Ardenza-Antignano) c’è soddisfazione per il boom di iscritti (121, una manciata chiede le 24 ore). Ma fino a un certo punto. «Siamo al 3 marzo. Possibile che ancora non possiamo dare certezze ai nostri utenti?».

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