Isola d’Elba, il Pei accusa gli amministratori di non saper fare turismo

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L’isola d’Elba, terza isola delle 600 d’Italia, è un’isola ad ovvia vocazione turistica ed è la più importante al centro del Mediterraneo, ma l’economia e gli investimenti si sono ormai da tempo fermati, tanto che dobbiamo porvi innanzitutto la domanda più logica: sapete cosa è” fare turismo?”
Ma più in generale sapete capire come vivere veramente delle risorse e potenzialità che quest’isola è in grado di darci (e a profusione) sfruttando soltanto le conoscenze, gli strumenti e le opportunità di sviluppo che il contesto nazionale ed internazionale ci offre?
Dati i risultati ottenuti sino ad oggi è ovvio che non lo sapete fare!
Fuori dai mercati internazionali che contano; infrastrutture appena decenti quasi inesistenti; servizi (generali e non ), trasporti e sistema di approvvigionamenti sempre più scadenti; difesa ambientale, tanto sbandierata, anch’essa inesistente ( vedi condotte a mare, smaltimento dei rifiuti, differenziata, rifiuti speciali, situazione sanitaria relativa al problema degli ungulati, ma non solo). Cose allucinanti ! e tenute per la maggior parte sotto una coltre soporifera se non addirittura nel totale silenzio; ovvio disinteresse da parte degli investitori a “puntare” su di un territorio “sordo e inerte” che trova nella classe politica ed istituzionale soltanto ostacoli, totale incapacità ed inerzia dettata soprattutto, ma non solo, da ignoranza.
Vi siete domandati cosa succederebbe se il Parlamento dovesse smantellare l’Authority Portuale di Piombino?
“Noi come P.E.I ( Progetto Euromediterraneo per l’Italia) – dicono il coordinatore politica Carlo Bensa e i coordinatori Riccardo Poli e Alfredo  Picchiotti – stiamo già discutendo con l’organo istituzionale competente per una eventuale alternativa in merito.
Il turismo, come ogni altro tipo di economia, è oggi una “scienza” che si basa: sul saper valutare il valore intrinseco del territorio; sull’analisi delle “vere” potenzialità di sviluppo, dove la demagogia non deve entrare ( come invece succede ormai da oltre 30 anni); sulla programmazione conseguente alla stessa analisi per mezzo della quale sviluppare un progetto nel tempo dove siano presenti:
1) Il target a cui si punta
2) Progettazione del sistema infrastrutturale necessario a sostenere il target di cui sopra
3) Ricerca degli investimenti sulla base sia del target scelto che dei progetti infrastrutturali indicati (ed oggi gli investimenti è impensabile cercarli nel pubblico)
4) Realizzazione delle infrastrutture stesse ( compreso quelle necessarie a mantenere uno status ambientale ottimale) e loro mantenimento nel tempo.
5) Adeguata ricerca storica e culturale atta a costituire un “corpus” da proporre a tutti i livelli partendo da quello scolastico fino all’inserimento nel circuito di promozione e valorizzazione turistica.
6) Valorizzazione nel mercato nazionale ed internazionale imparando a conoscere i nuovi e moderni metodi e canali in merito.
E’ ovvio che un’isola come l’Elba, che ha caratteristiche non soltanto ambientali, ma ancor più archeologiche, storiche e culturali di massimo rilievo mondiale non può che collocarsi in un target di prestigio internazionale da cui oggi è purtroppo totalmente fuori.
E’ indispensabile quindi assicurarsi tramite “giusti progetti”, in generale, l’interesse del mondo degli investitori, dunque del mondo bancario e finanziario ( anche attraverso l’utilizzo degli Utility Equity ) ad essi collegati attraverso un progetto di ricerca degli stessi investitori a cui proporre contemporaneamente al target ed ai progetti anche l’evidenza degli strumenti legislativi e degli indirizzi normativi internazionali oggi esistenti ed atti a realizzarli.
A tal proposito riferiamo anche che, finalmente, il Parlamento sta discutendo la modifica del Titolo V° della Costituzione; come P.E.I stiamo lavorando per dare una forte identità alla terza isola d’Italia.
Comunque, noi, gran parte di questo immenso lavoro lo abbiamo già fatto. Come?
1) Identificando ormai da molto tempo il target
2) Attivando gli strumenti legislativi,normativi e finanziari esistenti ed atti a consentire un processo credibile e condivisibile.
3) Proponendo, come primo passo, un pacchetto di interventi infrastrutturali, a cominciare dal riutilizzo dei beni demaniali dismessi o sottoutilizzati, adatto ad avviare il processo stesso.
IL tutto è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra P.E.I e più istituti, compreso lo Studio Sintesi.
Ma oltre a questo pacchetto infrastrutturale iniziale (destinato ad arricchirsi nel tempo) è necessario, come abbiamo fatto, “progettare” la risoluzione di altri problemi come trasporti ed approvvigionamenti ( di cui la realizzazione della piattaforma logistica è solo il primo punto); dell’importantissimo capitolo dei trasporti marittimi, con particolare attenzione al settore crocieristico e diportistico e allo sviluppo della cantieristica ( quest’ultimo nel quadro della creazione di un distretto industriale di sicuro futuro e coagulante vari aspetti del settore turistico in generale); al trasporto aereo , attraverso la realizzazione di un aeroporto “ all’altezza della situazione” (oggi indispensabile in un target turistico di alto livello), la riformulazione di un sistema commerciale adeguato per favorire – conclude Carlo Bensa – l’abbattimento dei costi, sia per i residenti che per gli ospiti, nonché l’ampliamento della gamma di prodotti disponibili, oggi troppo limitato”.

 

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