Comunicazione su riorganizzazione sanità toscana. Sgherri (PRC in Regione): si dice riordino ma si chiamano tagli e privatizzazioni dal tandem Renzi Rossi

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Comunicazione della Giunta su riordino della sanità toscana. Un informativa dai contenuti e toni meramente elettoralistici, che non affronta le problematiche vere e dipinge un quadro lontano dalla realtà. Quindi comunicazione negativa e un occasione persa. Nella sostanza si fa finta di riorganizzare per in realtà tagliare servizi e prestazioni sanitarie. Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo in Consiglio Regionale. Il presidente Rossi – prosegue Sgherri – subisce i tagli lineari del “governo amico” Renzi e si adegua senza fiatare, proponendoci meno servizi, meno diritti e lavoro sempre più povero e dequalificato. Fra i “pezzi forti” i 1500 esuberi da cui si ricaveranno i 250 milioni mancanti alla sanità regionale: questo porterà a una pesantissima riduzione di servizi, scaricandone il costo sui cittadini che già attualmente pagano di tasca propria più del 30% del costo della sanità. Insomma la linea di andare (e far andare) verso il privato sociale o privato tout court sta facendo il suo corso, mettendo sempre più in soffitta la sanità pubblica e per tutti. Privato per chi può, per gli altri il nulla: già oggi l’11 % dei toscani rinunciano alle prestazioni sanitarie. Nella comunicazione di oggi in aula alcune chicche: dichiarare la difesa dei piccoli ospedali, se non fosse che nel frattempo sono stati trasformati in poliambulatori (dove non smantellati) o poco più, ignorando tutte le proteste dei territori: si va via via creando una divaricazione fra una Toscana dove le strutture saranno accentrate e il resto marginalizzato. Altro leitmotiv, oramai un vero e proprio mantra, i primi posti in classifica della sanità toscana, che però non tengono conto assolutamente del lungo calvario delle liste di attesa che i cittadini toscani devono subire, là dove non possono permettersi di rivolgersi al privato per avere le prestazioni necessarie. O della mancanza della sanità territoriale. Un operazione lucida di Rossi, come quella nazionale di Renzi: “riformisti” tutte e due ma entrambi di destra.

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