Coronavirus in Sicilia, Fsi-Usae scrive a Musumeci e Razza: “far lavorare chi è negativo e a casa chi è positivo”

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La Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei ha scritto una nota indirizzata al Presidente della Regione Siciliana On. Nello Musumeci e all’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza. “Riteniamo con senso di responsabilità e grande spirito di collaborazione che la situazione Emergenza Covid-19 richieda una nuova fase – scrive in una nota Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae – bisogna agire, senza aspettare il “respiratore” ed adottare nuovi accorgimenti fondamentali per evitare il collasso del sistema sanitario regionale, già messo a dura prova. Per un paziente intubato e collegato settimane a un respiratore, in particolare con un quadro clinico già compromesso, la possibilità d’intervento è ridotta. Il respiratore deve essere l’ultimo supporto. E’ stato ripetuto più volte di rimanere a casa in presenza di febbre e tosse per limitare l’afflusso di persone in ospedale, perché non ci sono abbastanza letti ma ciò non è sufficiente per fermare il virus.

“E’ necessario l’impiego dei tamponi secondo una strategia mirata, testando gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, considerati i casi di contagio che già si sono verificati in tali settori, le persone dichiarate ufficialmente rientrate dal Nord e le persone che lavorano autorizzate dal decreto “Cura Italia” in quei settori vitali per l’economia della regione, in modo da fare lavorare chi è negativo e fare stare a casa chi è positivo. Dedicare unità mobili per raggiungere i succitati cittadini presso le proprie abitazioni ed effettuare i tamponi domiciliari per diagnosticare l’eventuale positività al Covid-19 con personale dedicato, ricorrendo ad assunzioni e nell’immediato con prestazioni aggiuntive al personale del Ssr – conclude Coniglio – Altrimenti il crollo socio-economico regionale è dietro l’angolo.

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