E’ ancora scontro tra il governo e le regioni per via delle ultime misure prese, che hanno suddiviso il nostro paese in tre zona diverse: rossa, gialla e verde. Piemonte, Lombardia e Calabria sono state giudicate come le regioni più pericolose e proprio queste ultime nella giornata di oggi tornano in lockdown.
Eppure proprio queste regioni si sono lamentate per il criterio adottato dal governo nell’imporre questa nuova scelta. Alberto Cirio, governatore del Piemonte, ad esempio, ha chiesto ulteriori verifiche dei dati, accusando l’esecutivo di aver preso spunto da numeri che sarebbero vecchi almeno di dieci giorni e che quindi non hanno valenza poiché proprio in questo arco di tempo erano state adottate dalla regione delle nuove misure restrittive per contenere l’epidemia.
Le medesime lamentele arrivano anche da Nino Spirli, presidente della regione Calabria, che ha ribadito la maggiore pericolosità del contagio in altre zone d’Italia: “altre Regioni hanno dati peggiori dei nostri”. Infine il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, in questi giorni ha mostrato tutto il suo dissenso nei confronti del nuovo Dpcm emanato dal premier Conte: “non arretrerò di un passo finché il governo non avrà erogato le risorse promesse”.
In questo clima di caos e disaccordi Roberto Speranza, ministro della Salute, ha invitato le regioni a riflettere sul grave momento dettato dalla seconda ondata da Covid-19: “è surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità, ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano proprio i territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”.