Ad Isernia 31 milioni per Auditorium mai finito, Ragone indignato

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Potenza – “Siamo di fronte alla solita prassi: viene fatto un preventivo di lavori, poi questi ritardano, si subappalta la costruzione di determinate opere e i costi lievitano in maniera esponenziale. Il problema più grave è che le spese che crescono non le paga il governo, ma ricadono sulle spalle dei cittadini. Questi progetti campati all’aria, che vengono affidati agli ‘ amici degli amici’, vanno a finire sempre allo stesso modo: si parte con un preventivo che ha un costo sostenibile e si va poi a finire, tra ritardi dei lavori, rilevamenti fatti male E subappalti, ad una spesa di dieci volte tanto. Tutto questo per ingrassare le ruote dell’ingranaggio di qualcuno”.

Sono parole di rassegnata riprovazione, quelle di Luca Ragone, responsabile per le Infrastrutture e i Lavori Pubblici dell’Italia dei Diritti, profuse dinanzi alla scoperta dell’ennesima “grande opera” italiana mai portata a termine.

Doveva essere un complesso monumentale l’Auditorium di Isernia, 35 mila metri quadrati coperti e tremila posti pronto per il 2011, un appalto locale risalente a 6 anni fa da cinque milioni di euro, finanziato per le celebrazioni dell’Unità d’Italia. Attualmente invece, non solo i costi previsti sono arrivati a 55 milioni ma la struttura è rimasta incompiuta. I lavori, avviati nel 2007 sono infatti fermi al primo lotto anche se dallo Stato, ora senza più soldi da investire nel progetto, sono stati versati ben 31 milioni di euro.

“Forse – dichiara Ragone – , alla luce delle proporzioni fra grandezza dell’Auditorium e numero di abitanti di una località come Isernia, può nascere il sospetto che la scelta sia ricaduta proprio sulla cittadina, giusto per accontentare qualcuno. Bisogna valutare attentamente se questo edificio sia ‘un’oasi nel deserto’ oppure se, intorno ad esso, siano state costruite compagini adatte a recare persone nel circondario. Solitamente tali complessi – analizza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – , per i quali i costi triplicano e aumentano, anche quando vengono eretti, non risultano dotati di un contesto adeguato di infrastrutture, necessarie a sostenerli e collegarli con il resto della città e della regione. Stavolta è accaduto a Isernia ma circostanze come questa, purtroppo, interessano tutta l’Italia”.

L’impennata subita dai costi progettuali è dovuta all’inserimento dell’Auditorium molisano tra le costruzioni da edificare, con urgenza, per la ricorrenza patriottica. Il provvedimento lo ha reso “grande opera”, sotto le direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Protezione Civile. Tra i curatori incaricati dal Governo però spuntano nomi scomodi, tra i quali quelli di alcuni responsabili travolti dallo scandalo del G8.

“Il fatto che l’auditorium non venga portato a termine – prosegue Ragone – conferma che, spesso, si attuano pianificazioni senza una corretta visione futura, sono progetti che vivono alla giornata. Con dei rilevamenti fatti a dovere questo non accadrebbe, ci si sarebbe resi conto che non sarebbe mai stato possibile riuscire ad erigere una struttura del genere. Il problema è che i costi di queste grandi opere, costruite e lasciate incompiute, ricadono sui cittadini. Le persone – chiosa – sono stanche di pagare gli errori fatti da altri”.

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