Arsenico nell’ acqua potabile del Lazio

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“La tempistica con la quale viene diffusa la notizia mi appare sospetta, proprio oggi che l’esecutivo si appresta a chiedere la fiducia su una nuova regolamentazione che porterà, per la prima volta in due millenni a Roma, all’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua”.

Questo il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, in relazione a quanto emerso dallo studio effettuato dall’Università Federico II di Napoli sulla qualità idrica che ha restituito una fotografia tutt’altro che confortante di diversi centri della nostra regione, in cui sono state rilevate tracce di arsenico ed altri materiali nocivi per la salute.

“La divulgazione del rapporto in data odierna – ha poi aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – suggerisce l’equazione pubblico uguale inefficienza. Ciò non significa che l’azione di operatori economici privati rappresenti la panacea di tutti i mali, anzi spesso porta con sé drastiche impennate delle tariffe, neanche fossimo in un paese subsahariano. Gli italiani già versano il 46% del loro reddito per retribuire i vari ministri, deputati e amministratori locali e magari anche i componenti di questo sconosciuto ‘Comitato per l’acqua pubblica’, nel caso in cui anch’esso sia incardinato nella compagine statale. In caso contrario, spero si faccia sentire tra un mese e indaghi in modo più incisivo sulle acque minerali in bottiglia, a partire dall’inquinamento da PET. In tal modo, ogni dubbio verrebbe fugato”.

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