Mostra di Moira Ricci al ristorante Aoristò di Pistoia fino al 6 agosto

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Fresca di vittoria alla recente edizione della “Biennale Giovani Monza”, finestra sempre più importante sulle ultime generazioni di artisti, Moira Ricci è in mostra al ristorante-galleria pistoiese Aoristò proprio con l’opera per cui è stata premiata: “Da buio a buio: bambina cinghiale” del 2009.

L’esposizione, inaugurata nei giorni scorsi, prosegue fino al 6 agosto e accoglie anche una selezione di altre opere dell’artista visiva di Orbetello poco più che trentenne, fra cui la magnifica composizione fotografica “A Lidiput” del 2003 (stampa su plexiglass, 240×60 cm) e “Località Collecchio 26” del 2001. La prima, una sintesi biofotografica dei suoi trascorsi di fotografa da spiaggia; la seconda, di nuovo un lavoro a strati, con fotografie di ritagli di fotografie, sulla sua casa natale vista attraverso le lenti del vissuto soggettivo.

I lavori fotografici e in video di Moira Ricci, d’impronta narrativa e dall’amaro retrogusto ironico, partono spesso da tracce autobiografiche e indagano i temi dell’identità individuale e sociale, della storia familiare, del legame con la casa e il territorio, intrecciando invenzione tecnologica a riscoperta dell’immagine d’origine popolare.

Ed è proprio da uno spunto di quest’ultimo tipo che nasce “Da buio a buio”, una sorta di investigazione fantastorica attraverso fotografie, documenti quali ritagli di giornali, interviste, immagini d’epoca – tutti frutto della manipolazione fantasiosa dell’artista – e didascalie in stile docufiction sulla leggenda della bambina metà umana e metà cinghiale nata nel 1940 a Magliano in Toscana.

«Aveva le mani, il naso e alcuni tratti del viso – si legge in un pannello-didascalia – somiglianti a quelli di un maiale, il resto era come una bambina normale, a parte il fatto che era ricoperta interamente di peli. Anche la voce non era del tutto normale perché non piangeva ma grugniva. Purtroppo di lei non si sa molto perché la famiglia l’ha sempre tenuta nascosta in casa e ne ha sempre negato l’esistenza. Alcune voci dicono che sia morta a sei anni e altre dicono che non c’è niente di sicuro e che potrebbe essere tutt’ora vivente sempre nascosta nel podere della sua famiglia nel cuore di Magliano in Toscana. Le fotografie sono state trovate nella vecchia bottega del fotografo di Magliano…».

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