Roma – âLa Lega ha vinto. Ce l’ha sempre duroâ. Con queste parole il ministro Umberto Bossi ha commentato lâapprovazione della mozione sulla Libia voluta dal Carroccio e sottoscritta da Pdl e Responsabili.
Dopo lâaccordo di ieri a Palazzo Chigi, oggi alla Camera la maggioranza ha votato compatta, con 309 sĂŹ, il testo sull’intervento militare italiano. âAbbiamo dimostrato ancora una volta â ha commentato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi â che la maggioranza è solida e lo è anche il governoâ.
Approvate, grazie allâastensione della maggioranza, anche due mozioni presentate dalle opposizioni, quella del Pd e quella del Terzo Polo. Sul testo delle due mozioni, il governo si era rimesso al voto dellâAula.
Ă stata invece bocciata la mozione dellâIdv, sulla quale lâesecutivo aveva espresso parere contrario. âLa nostra è una mozione diversa dalle altre perchĂŠ chiede che lâItalia non partecipi alla guerra in Libiaâ, ha detto Antonio Di Pietro. Il leader dellâIdv ha giudicato âipocriteâ le altre mozioni in quanto âviolano la Costituzioneâ.
Prima del voto è intervenuto in Aula il ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale ha dichiarato che al momento non è possibile prevedere una data che ponga fine alla missione italiana. “Ă assolutamente evidente â ha detto il titolare della Farnesina â che la data esatta entro cui si concluderanno le azioni militari sarĂ il risultato di un confronto con le organizzazioni internazionali, quindi innanzi tutto con la Nato e con gli alleati”.
Ma il Carroccio, al quale âquesto intervento militare non è mai andato a genioâ, ribadisce di voler sapere dal governo un termine ultimo per lâintervento italiano. âSappiamo quando è iniziata la missione in Libia â ha detto il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni â e abbiamo il diritto di sapere quando finirĂ â.
Per il leader dellâUdc Pier Ferdinando Casini âquesta mozione è ridicola come è ridicola la nostra posizione sulla Libia, perchĂŠ siamo l’unico Paese occidentale che in quattro mesi è passato dal baciamano a Gheddafi alle bombe sulla casa; dal non bombarderemo al bombarderemoâ.