Quando le scelte della politica incidono nell’economia. Il caso di Cascina

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IL PUNTO di Riccardo Cacelli

Oggi affrontiamo un tema al quale siamo particolarmente affezionati: il ruolo e le scelte della politica nell’economia.

Nell’enciclopedia libera Wikipedia la politica è “secondo un’antica definizione scolastica, la politica è l’Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis “πόλις”, città), si applica tanto alla attività di coloro che si trovano a governare (per scelta popolare in democrazia, o per altre ragioni in altri sistemi), quanto al confronto ideale finalizzato all’accesso all’attività di governo o di opposizione.

La prima definizione risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; politica, secondo il filosofo ateniese, significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell’uso della forza; per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell’ambito di una comunità; per Giovanni Sartori la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane.”

Ebbene un politico quando “sceglie” deve tener conto di molteplici fattori: sociali, culturali, economici, etc.etc.

A volte queste “scelte” sono impopolari ma necessarie per lo sviluppo di una società.

Alcune volte però incidono sulla vita economica delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie che da un’attività economica traggono sostegno.

Ed in questi giorni di crisi, basta veramente poco per modificare, nel bene e nel male, la redditività di un’attività.

Prendiamo un fatto che ci è stato segnalato

E’ il caso di Cascina, comune dell’intherland pisano, tra Pisa e Pontedera.

Il Comune ha realizzato lungo la via principale d’accesso al paese, sul lato scarsamente utilizzato dai pedono, un cordolo.

La mancanza di un marciapiede in quel lato della carreggiata era utlizzato dagli automobilisti come parcheggio per la sosta veloce ed andare nelle attività commerciali situate nell’altro lato della carreggiata. cascina3

Dal giorno della costruzione del cordolo, con la conseguente impossibilità di parcheggio, queste attività hanno avuto un sensibile calo al loro volume d’affari.

Nel tenere conto che non esiste un marciapiede, una minima illuminazione e tantomeno un dosso per la riduzione della velocità nelle strisce pedonali, è per un pedone difficile camminare da quel lato.
Quindi se esisteva un progetto complessivo di sistemazione dell’area, poteva essere anche capito. Ma solo un provvedimento tampone non è comprensibile e quelle attività non capiscono quali sono state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione comunale di Cascina a fare questi lavori.

Ecco, una scelta di natura politica che incide, questa volta negativamente, sulle attività economiche.

In questo periodo di crisi, un politico con quali criteri deve “scegliere e fare una valutazione sul fare”?

Ecco la domanda alla quale invitiamo i nostri lettori a darci una risposta.

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