Governo tecnico? No grazie!

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Un governo tecnico è la fine della politica. E dei partiti che lo sosterranno. E’ la fine anche della democrazia perchè, anche se ha una maggioranza parlamentare ed il suo programma è quello di fare presto con la promulgazione di decreti legge, da convertire poi in legge, per con rastare la speculazione che oggi sta attanagliando l’Italia, il governo che sta per nascere è la prova evidente che la politca ha fallito ed è un precedente che L’Italia non si deve permettere nè oggi nè mai.

La politica ha fallito perchè non è riuscita a fare quei provvedimenti necessari per uscire dalla crisi finanziaria e dall’attacco della speculazione.
Bene, preso atto di questo, è il popolo sovrano che deve decidere.
Non si può dire: non c’è tempo.
Non si può accettare che il Presidente del Consiglio sia stato deciso a Francoforte e comunicato al Presidente della Repubblica.
Non si può accettare che un nome sia fatto e sostenuto da un giornale.
Non possiamo dare le chiavi dell’Italia alla Banca Centrale Europea.

Costi quel che costi la libertà di un popolo sovrano non si mette in discussione tanto meno si vende.

Sopratutto non si vende il popolo sovrano e si da l’appoggio ad un governo tecnico perchè un partito o una coalizione non ha un programma elettorale pronto e neppure un candidato da presentare.
Vero Bersani alias PD?

E non è neppure vero che una volta terminata l’approvazione dell’ultime decreto legge anticrisi, si andrà a votare.
Perchè nessuno dei partiti che sosterrà il governo tecnico avrà la voglia di confrontarsi con gli elettori.

Quindi rispettiamo il popolo sovrano. Diamo voce agli elettori e facciamo decidere loro il proprio destino.
E non lo facciamo decidere ai membri dell’Aspen Institute… non lo facciamod ecidere a chi indossa grembiulini…. non lo facciamo decidere ai banchieri… non lo facciamo decidere ai tedeschi… non lo facciamo decidere ai francesi….
Il nostro destino dobbiamo deciderlo noi, con le urne.
Ed i mercati capiranno. Ed i mercati avranno parura di un popolo che decide da solo il proprio destino.

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