Rifondare la politica e darle credibilità sbarazzandosi dalla corruzione: solo così si conquista il popolo

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Senza fondo. Non esiste limite nella corruzione del mondo ella politica e la sensazione che se ne ricava, stando a contato con la gente, è una sempre maggiore sfiducia in questo mondo, nel vivere partecipativo e democratico del nostro Paese. Il che è davvero un atteggiamento pericoloso. Se non si ha più fiducia nelle istituzione, negli uomini pubblici che ci rappresentano e che ci dovrebbero (almeno a parole) tutelare, significa che si dà la stura ad altre forme di governo che la Storia ci ha insegnato a conoscere. Se non va più la democrazia, si apre a forme autoritarie. E questo è come mettere il tappo al pentolone che sta bollendo. Il rischio è di far traboccare il tutto con pericoli di scossoni sociali. Non c’è fondo ala corruzione, in riferimento quanto è già avvenuto con i vari casi (personali e no) dei politici eletti nella Regione Lazio. E’ davvero poco edificante che ci sia una spartizione di denaro pubblico con questi soggetti così assetati e famelici, mentre il paese sta attraversando una delle sue maggiori crisi economiche che si ricordi. Scandaloso. E questo è a dir poco.
Ma mi sorgono alcune osservazione che intendo porre ai nostri affezionati lettori. La prima. Prendendo spunto dalla difesa di Fiorito oggi in carcere in attesa di giudizio che afferma di non aver fatto niente di speciale ma di essersi comportato come tutti gli altri e i suoi atti sono contemplati dalla legge, perché si sono programmate e previste simile convenzioni agli apparati della politica e si sono sottratte somme invece ai servizi di utilità pubblica (scuole, sanità, assistenza domiciliare anziani e via di questo passo)? Furto legalizzato. Per prendere soldi, tutti concordi, compresa la minoranza, tranne i Verdi e i Radicali. C’era proprio bisogno dell’intervento della Guardia di Finanza per far deflagrare il bubbone del ladrocinio? E arrivo così alla seconda considerazione. Perché il governo tecnico non è intervenuto fin da subuito a frenare questa emorragia di soldi pubblici che si succhiava la politica, senza ricorrere al rincoro delle tasse e prevedere altre e più forti ancise? Che appartenga, il Presidente del Consiglio a quella classe di buonisti che non vede il malcostume tra gli “onorevoli”? Perché quando ha iniziato a usare le forbici e l’accetta non ha cominciato con i costi così esosi e esuberanti della politica? Si è invece aspettato che la Guardia di Finanza acciuffasse un capro espiatorio, il solito burlone trilussiano, che scatenasse tutto questo putiferio e che facesse montare anche più alta l’onda del dissenso.
Si devono dettare nuove regole. Si devono riscrivere nuove forme di accesso per concorrere al parlamento, altro che limite rappresentato dalle firme dei sostenitori. Chi è indagato, non deve sedere in Aula. Ma quali leggi ci aspettiamo da personaggi di questo tipo? Ritorniamo a una visione più sobria della politica, e non abbracciamo la politica solo con l’idea di far carriera e soldi, che sembra che sia questa la Sirena a cui nessuno è in grado di resistere.

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