E’ già al lavoro il presidente Jair Bolsonaro, che nel primo giorno dell’anno ha giurato prendendo ufficialmente le redini del Brasile. Arrivato in Rolls-Royce nel palazzo Planalto, tra imponenti misure di sicurezza, ha tenuto un breve discorso promettendo a tutti i cittadini di liberare il Paese dal socialismo e dal politicamente corretto, lanciando un patto nazionale che permetta di “tracciare nuovi sentieri”.
L’ex militare di estrema destra di fatto apre una nuova era nella storia del Brasile, dopo un periodo di profonda crisi, economica e politica. Bolsonaro, definito da una parte della stampa il neo Donald Trump, ha promesso di valorizzare la famiglia, di unire il popolo e di ampliare il “diritto alla legittima difesa. Uno dei temi più dibattuti.
Il primo a congratularsi con Bolsonaro, via Twitter, è stato Michel Temer, ex presidente del Brasile che insieme all’attuale presidente argentino Macri e al boliviano Evo Morales hanno augurato il meglio a un Paese considerato amico e fratello. A garantire il supporto a un paese amico e alleato anche Israele e Stati Uniti. Uno scambio di convenevoli reciproci forse anche in cerca di nuovi alleati.