Hong Kong, la Cina (e la stampa cinese) condannano le proteste come atti terroristici

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Nella escalation di tensione fra i dimostranti di Hong Kong e la polizia, spostatesi nei giorni scorsi, nell’aereoporto internazionale entra anche la stampa cinese, soprattutto dopo che i manifestanti hanno trattenuto a lungo un uomo che sospettavano essere una spia, poi invece identificato: era un giornalista del Global Times, un giornale controllato dal governo cinese.

“Esprimiamo la nostra più forte condanna per questo atto quasi terroristico e le nostre più profonde condolianze ai nostri compatrioti e agli agenti di Hong Kong”, ha detto in diretta un anchor man della CCTV news Channel cinese.

I media di Pechino, inoltre, hanno sollecitato un’azione più decisa per sedare la rivolta, mentre scatta il divieto di manifestare in aereoporto, che ha nel frattempo ripreso con i voli regolari.

Decine tra blindati corazzati e camion per il trasporto truppe dell’Esercito sono stati infine piazzati in uno stadio di Shenzhen, la città cinese a ridosso di Hong Kong, come mostrato da immagini satellitari del sito.

La polizia locale ha riferito che nel secondo giorno delle proteste sono state fermate cinque persone mentre due agenti sono rimasti feriti.

L’Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao, che fa capo al governo di Pechino, ha espresso «la più forte condanna per azioni definite di terroristiche»

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