Scontri a Barcellona, maxi-bandiera spagnola a Madrid

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La nuova protesta indipendentista catalana riporta gli scontri notturni a Barcellona. Quattro agenti sono rimasti feriti di fronte al quartier generale della polizia. Un uomo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, si è rotto un ginocchio.

Il bersaglio dei circa 350 mila manifestanti era l’Alta corte di Madrid, che 16 giorni fa ha condannato nove leader indipendentisti, per aver promosso il referendum secessionista del 2017, a pene tra i 9 e i 13 anni di carcere.

In piazza, qualche ora prima degli scontri, anche i sostenitori del dialogo, vicini alle posizioni della sindaca di Barcellona, Ada Colau.

Per le strade di Madrid, invece, sfila una maxi-bandiera spagnola, di mille metri quadrati. È la manifestazione organizzata dall’ultradestra di Vox, vero vincitore dello scontro secessionista, che porta in piazza circa ventimila persone e alle elezioni del 10 novembre punta a diventare la terza forza del Paese.

Torra incontra 800 sindaci

Il presidente della Generalitat Joaquim Torra, che alcune settimane fa aveva annunciato l’intenzione di organizzare un nuovo referendum secessionista entro due anni, ha cercato di serrare le fila del movimento incontrando i sindaci di oltre 800 comuni.

Ai primi cittadini il leader catalano ha assicurato che “l’autodeterminazione è una strada senza ritorno” ed ha fatto un appello all’unità: un appello quanto mai necessario, tanto pi“u che alla sua riunione non hanno partecipato i sindaci delle cinque città più grandi della Catalogna, che rappresentano un terzo della popolazione.

Mancava all’appello anche la sindaca di Barcellona, Ada Colau, a cui Torra ha rimproverato una posizione troppo morbida, ancorata al dialogo a tutti i costi con Madrid.

Alla Moncloa la porta resta chiusa

Alla Moncloa, per ora, la porta del confronto con le autorità catalane resta chiusa. Lo ha ribadito la vicepremier Carmen Calvo, ricordando che “il governo ha incontrato gli esponenti della Generalitat in diverse occasioni, ma li ha avvertiti che parlare di diritto all’autodeterminazione è una cosa che non esiste”.

E probabilmente a Madrid si confida anche nella parte della Catalogna che di indipendenza non vuol sentir parlare. E che oggi ha in programma una contro-manifestazione unionista, sempre a Barcellona.

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