Nelle audizioni pubbliche per la richiesta d’impeachment contro Donald Trump, a testimoniare è stata oggi l’ex ambasciatrice statunitense in Ucraina Marie Yovanovitch, la cui rimozione, avvenuta la scorsa estate sarebbe – secondo quanto da lei riferito – il frutto avvelenato di una campagna diffamatoria orchestrata tra ambienti repubblicani statunitensi e politici ucraini corrotti che non avrebbero gradito le sue campagne anti-corruzione.
“Quello che continua a stupirmi – ha detto Yovanovitch – è come questi ucraini corrotti abbiano trovato americani disposti a collaborare con loro, riuscendo perfino ad orchestrare la rimozione di un ambasciatore americano. Sono delusa da come la leadership del Dipartimento di Stato abbia rifiutato di riconoscere che gli attacchi contro di me e altri sono pericolosamente sbagliati”.
Tweet “intimidatori”
Di tutt’altro avviso si è mostrato Trump, che in un messaggio su Twitter, in contemporanea all’udienza, ha difeso il diritto del Presidente a nominare e rimuovere qualunque ambasciatore, gettando poi ombre sull’operato di Yovanovich: “ovunque sia andata – ha scritto – le cose si sono messe male”.
Dichiarazioni che hanno scatenato, in tempo reale, una polemica in udienza: rispondendo a una precisa domanda del presidente del Comitato per l’intelligence, Adam Schiff, Yovanobich ha definito “intimidatorio” l’atteggiamento di Trump, aggiungendo che potrebbe scoraggiare altri testimoni dal deporre.