Bolivia, altri morti e feriti dall’inizio delle proteste dopo le elezioni

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Sale a 23 il numero delle vittime negli scontri tra manifestanti pro-Evo Morales e alcuni soldati e agenti di poliziadall’inizio delle proteste dopo le elezioni presidenziali del 20 ottobre scorso. Lo conferma la Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh che conferma anche l’aumento dei feriti in tutto saliti a 715.

E Cochabamba resta teatro dei tafferugli più cruenti: 9 infatti sono le ultime vittime accertate e circa 130 i feriti sempre secondo la Cidh.

L’intervento dell’Onu

Intanto, l’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha espresso i timori per una crisi che “può diventare da un momento all’altro incontrollabile”. E l’inviato delle Nazioni Unite, Jean Arnault, ha raccomandato lo svolgimento di nuove elezioni alla presidente boliviana ad interim, Jeanine Añez, chiedendo di riallacciare il dialogo con l’opposizione

I tentativi di mediazione sono sostenuti anche dall’ambasciatore dell’Unione europea in Bolivia, León de la Torres, che ha parlato della necessità di superare la violenza e recuperare la calma in vista di nuove elezioni.

Cosa succede in Bolivia

Sin dalle elezioni del 20 ottobre scorso, che hanno visto la riconferma di Evo Morales. Ma, le tensioni e gli scontri sono avvenuti senza soluzione di continuità. Secondo le opposizioni, ci sarebbero stati dei brogli. Morales si dimette dopo giorni di scontri in piazza in diverse città, quando anche i vertici delle forze armate e della polizia si sono uniti alle manifestazioni. Il presidente dimissionario si trova ora in Messico per evitare la carcerazione.Nel frattempo Janine Añez si è autoproclamata presidente ad interim.

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