Francia nel caos per lo sciopero contro la riforma delle pensioni

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Scene di quasi ordinario disagio in Francia dove lo sciopero del trasporto pubblico è continuato con cortei e astensioni dal lavoro in diverse città. È il decimo giorno di protesta contro la riforma delle pensioni voluta dal governo francese. Pensiline affollate e ressa per accedere a treni e metro hanno caratterizzato il secondo sabato di dicembre.

“Stavamo iniziando a riprenderci un po’ dopo le proteste dei gilet gialli dell’anno scorso ma proprio come l’anno scorso, quando stavamo andando bene a novembre e poi a dicembre abbiamo perso il 40%, così succede quest’anno. Speravamo che ci sarebbe stata un’inversione di rotta, ma ora non riusciamo a vederne la fine”, dice la titolare di un esercizio commerciale a Parigi.

Permane lo stallo tra governo e parti sociali. Se l’esecutivo sostiene che “la riforma è indispensabile” , numerose sigle sindacali hanno bollato come improduttivi i negoziati. I cortei sono sfociati in più di una tensione. “Era tutto molto convulso – racconta un turista britannico – non c’era abbastanza sicurezza per proteggere effettivamente la gente e abbiamo visto un bambino che veniva buttato a terra. In generale, c’erano donne e anziani che lottavano nella folla, il che non era affatto piacevole”.

Il governo francese tira dritto per la sua strada. Il tentativo è quello di garantire concessioni per isolare l’ala dura della protesta, ma senza rinunciare ai punti chiave della riforma. Il dissenso per ora non rientra. Pesante la situazione di hotel e ristoranti, che lamentano già un calo del 30% delle presenze nella prima settimana di scioperi e temono un tracollo nella settimana prima di Natale.

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