Panico sulle Borse europee Milano -9,3%. Petrolio -31%

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Le misure che limitano gli spostamenti e le attività di un quarto della popolazione italiana, nel cuore economico e finanziario del Paese, affossano Piazza Affari (-9,3%), peggior listino in un’Europa spaventata dall’espandersi del virus oltre che dalla discesa del greggio ai minimi da quasi 30 anni a causa della guerra sui prezzi tra Arabia Saudita e Russia. Sull’onda di vendite che non risparmiano alcun settore e fra raffiche di sospensioni una bella fetta del paniere principale segna ribassi a due cifre. Peggio di tutti fanno i petroliferi Saipem e Tenaris (-19%) ed Eni (-16%) in asta di volatilità, seguiti dai finanziari Banco Bpm (-14%), Azimut (-13%) e Unicredit (-12%). Fanno meno peggio i drink di Campari (-3,8%) e le medicine di Diasorin e Recordati (entrambe -4%). Quest’ultima ha ricevuto l’ok a un farmaco in Usa.

Un’ondata di vendite si era abbattuta di prima mattina su Piazza Affari (-10,8%) e sulle Borse europee dopo le misure per arginare il coronavirus del governo italiano. Il panico è legato non solo dall’emergenza sanitaria ma anche al crollo del greggio sulla scia del mancato accordo nell’Opec fra Arabia Saudita e Russia, che affossa i petroliferi. A Milano i big del listino ci hanno messo quasi mezz’ora per entrare agli scambi e gran parte sono stati sospesi con ribassi che raggiungono il 16% per Fca e Unicredit. Mancano ancora all’appello Saipem ed Eni.La Borsa di Milano in apertura era impallata (-4%) dalle vendite. Buona parte dei titoli del listino principale non riusciva a fare prezzo segnando crolli teorici di due cifre con Saipem in testa (-29%).

 Tonfo in avvio comunque per tutte le principali Borse europee sull’emergenza Coronavirus e il crollo del prezzo del petrolio.Francoforte cede il 7,38% con il Dax a 10.690 punti. Londra perde l’8,54% con il Ftse 100 a 5.910 punti. Madrid è a -5,87% con l’Ibex a 7.884 punti. Parigi stenta a partire.

 

Il coronavirus e la guerra dei prezzi del petrolio scatenata da Arabia Saudita e Russia affondano le borse mondiali. Schizza lospread italiano a 216 punti, poi ripiega lievemente e si attesta a 212,8 punti. Il rendimento del decennale italiano è a quota 1,29

Il prezzo del petrolio affonda del 31% sui mercati, il peggior calo dal 1991, dopo che l’Arabia Saudita e la Russia hanno innescato una guerra dei prezzi facendo saltare il vertice Opec+. Il greggio Wti del Texas cede il 31% a 27,35 dollari al barile mentre il Brent cede il 25% a 33,72.

GIU BORSE ASIA E DEL GOLFO PERSICO – Si apre in caduta la settimana dei mercati sull’onda dell’espansione mondiale del coronavirus col greggio senza paracadute e le valute in tensione. Con lo yen che si rafforza toccando il massimo dal 2016 crolla la Borsa di Tokyo lasciando sul terreno il 5,07%. Nuovo tonfo per Seul (-4,19%) che ha passata all’Italia il primato del contagiati dal’epidemia alle spalle della Cina. Non fanno molto meglio Hong Kong (-3,74% a seduta ancora aperta), Shanghai (-3,01%) e Shenzhen (-3,79%). Ma il crollo più accentuato nell’area Asia-Pacifico è segnato da Sydney (-7,33%): si tratta del maggior calo dopo il -8,3% registrato il 10 ottobre del 2008.

Il crollo del 31% del prezzo del petrolio, a causa del mancato accordo Arabia Suadita-Russia, affonda le Borse dei paesi del Golfo. I listini di Arabia Saudita, Dubai Abu Dhabi, Qatar e Kuwait, già in difficoltà ieri, accusano perdite fra l 7 e il 9%. Il gigante petrolifero saudita Aramco che ieri era sceso sotto il prezzo dell’Ipo, lascia sul terreno un 10%.

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