Coronavirus, a ottobre possibile secondo picco a Wuhan

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Riaprire in modo graduale scuole e aziende di Wuhan ad aprile permetterà di ritardare l’eventuale secondo picco di contagi da Covid-19, spostandolo a ottobre e rendendolo più gestibile per il sistema sanitario. A indicarlo è uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health da un gruppo di ricerca britannico guidato dalla Scuola di igiene e medicina tropicale di Londra.

“Le misure senza precedenti adottate dalla città di Wuhan per ridurre i contatti sociali nelle scuole e sui posti di lavoro ha aiutato a controllare l’epidemia”, spiega la prima autrice dello studio, Kiesha Prem. “D’altra parte la città ora deve evitare di togliere le restrizioni in modo prematuro, perché potrebbe verificarsi un secondo picco di casi. Se le restrizioni verranno tolte in modo graduale – continua l’esperta – questo probabilmente ritarderà e abbatterà la curva del picco”.

Il modello matematico ha quantificato l’impatto avuto dalla chiusura di scuole e aziende sulla diffusione dell’epidemia a Wuhan, valutando le modalità con cui persone di diverse età hanno contatti con le altre in differenti luoghi. I risultati dimostrano che gli effetti del distanziamento sociale variano per fascia di età: la maggiore riduzione dei contagi si verifica nei giovani in età scolara e negli anziani, mentre gli effetti sono più modesti negli adulti in età lavorativa. Una volta che le restrizioni vengono tolte, il numero dei casi di contagio è previsto in crescita. La riapertura progressiva dei posti di lavoro a partire dagli inizi di aprile potrebbe ridurre la mediana dei nuovi casi del 24% entro la fine del 2020, ritardando il secondo picco ad ottobre. Questa tempistica vale per Wuhan e non per altri Paesi, “perché la struttura della popolazione e le interazioni sociali sono diverse”, spiega la ricercatrice Yang Liu. “Ma crediamo che un concetto sia valido per tutti: dobbiamo valutare attentamente come togliere le restrizioni per evitare nuove ondate di contagi quando studenti e lavoratori tornano alla loro routine quotidiana. Se queste ondate arrivano troppo velocemente, possono sopraffare i sistemi sanitari”.

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