L’Italia del post Coronavirus: il grande ritorno delle mafie e delle pasticche dell’Isis

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Qualche giorno fa ben 4 tonnellate di amfetamine, 84 milioni di pasticche col logo “Captagon” prodotte in Siria dall’ Isis sono state sequestrate dalla Guardia di finanza di Napoli in quel di Salerno. Un sequestro da record dal valore di circa un miliardo.

La droga era nascosta all’interno di 3 container sospetti arrivati direttamente dal porto di Salerno, che sono stati ispezionati internamente dalla Fiamme Gialle con l’aiuto di tecnici specializzati e dell’Agenzia delle dogane.

Il Captagon domina il medio oriente ed è stato usato dai terroristi dell’Isis per compiere alcuni degli attentati più crudeli come l’attacco al Bataclan verificatosi a Parigi nel 2015. Si tratta di una droga prodotta principalmente in Libano e diffusa in Arabia Saudita negli anni ’90, sempre presente per annebbiare e alleggerire le ansie dei terroristi dell’Isis dentro i loro covi 24 ore prima di un attentato, producendo di conseguenza un largo uso con il controllo dei vari i giri di spaccio in quantità industriali.

Una volta avviati gli impianti chimici di produzione, è facile per l’Isis produrre ingenti quantitativi anche per il mercato mondiale delle droghe sintetiche, in modo da accumulare rapidamente ingenti finanziamenti. Basta considerare quello che è accaduto esattamente due settimane fa, sempre nel porto di Salerno, dove gli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, avevano intercettato un container con un carico di copertura costituito da capi di abbigliamento contraffatti, contenente 2.800 Kg di hashish e 190 kg di amfetamine (oltre 1 milione di pasticche) con lo stesso identico simbolo (Captagon).

La produzione e la distribuzione di droghe sintetiche ha avuto una brusca frenata in tutta l’Europa con l’arrivo della pandemia da Coronavirus, motivo per cui le associazioni criminali si sarebbero affidate alla Siria per la produzione e distribuzione di  ingenti quantità di sostanze stupefacenti da nascondere con cura e importare nei vari paesi. All’interno dell’indagine potrebbero essere coinvolti dei responsabili che appartengono ad un “cartello” della camorra.

 

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