Auto, addio a diesel e benzina dal 2035: le conseguenze della transizione ecologica

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Il parlamento europeo in occasione del voto su alcuni emendamenti di modifica del Green Deal ha votato per porre fine alla vendita di auto a benzina, diesel e ibride entro il 2035 per dare spazio all’elettrico, vanificando i tentativi dei legislatori di centrodestra di intraprendere questo percorso in modo meno rapido per consentire alle industrie di adattarsi al cambiamento. La mattinata di ieri presso la sede di Strasburgo è stata ricca di votazioni per quanto riguarda il pacchetto “FitFor55” e ha visto un duro scontro all’interno della maggioranza Ursula, che si è concluso con un nulla di fatto sulla riforma ETS, che mirava a ridurre l’inquinamento da centrali elettriche e fabbriche, e sulla Carbon Tax, che avrebbe dovuto imporre dei costi alle importazioni estere di ferro, acciaio, cemento e altri prodotti inquinanti. Questi due punti fondamentali del pacchetto hanno visto gli eurodeputati non essere in grado di trovare un accordo, con il testo dovrà tornare nella commissione parlamentare Ambiente.

Il provvedimento che invece ha ottenuto il voto favorevole è stato proprio quello più controverso, ovvero lo stop alla produzione di auto a motore endotermico. Si tratta di una decisione storica che ci condurrà verso una nuova era ma che ancora riserva numerose incertezze. I deputati devono ancora negoziare la legge finale, ma il voto del parlamento, tuttavia, aumenta la pressione sui 27 governi nazionali dell’Unione Europea e su un mercato unico che al momento è composto da 447 milioni di persone in Europa.

Nel mondo dell’industria automobilistica c’è parecchia preoccupazione per l’emendamento approvato dal parlamento europeo e lo stesso Manfred Weber, capogruppo del Ppe (Partito Popolare Europeo), ha dichiarato che questa decisione potrebbe costare cara: “Una scelta miope che rappresenta uno schiaffo per migliaia di lavoratori”. Se da un lato l’obiettivo del parlamento è quello di abbattere le emissioni di anidride carbonica e diventare un mercato di riferimento per i produttori di auto elettriche, dall’altro bisogna considerare che un’auto elettrica produce zero emissioni a condizione che l’energia utilizzata per ricaricarle arrivi da fonti rinnovabili. Inoltre se si considera anche l’inquinamento legato alla produzione e smaltimento delle batterie, si può sostenere che le auto elettriche ed endotermiche (diesel e benzina) hanno pari emissione.

Luca De Meo, ceo di Renault, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” ha dichiarato che il termine entro cui vietare la vendita di auto endotermiche dovrebbe essere allungato almeno di altri cinque anni: “sarebbe meglio spostare la data al 2040 perché quasi tutti noi produttori abbiamo lanciato modelli ibridi negli ultimi 3-4 anni e servono due cicli per ammortizzarli”. Per le case automobilistiche che producono fino a diecimila supercar all’anno come Ferrari e Lamborghini è stato approvato un emendamento bipartisan che concede una deroga fino al 2036 per consentire loro di adattarsi al nuovo mercato, ma per l’automotive i costruttori parlano di di 70mila posti di lavoro a rischio in Italia, tanto che il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani in un’intervista rilasciata un anno fa a “La Stampa” disse che “la transizione ecologica potrebbe essere un bagno di sangue”.

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